
Lo hanno arrestato mentre prendeva la busta con la tangente. All’uscita dal ristorante “da Manuelina”, a Recco, dove amavano mangiare Umberto Eco, Gabriele D’Annunzio e Albert Einstein. In manette è finito Walter Pardini, 63 anni, livornese residente a Lucca e direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Genova da un anno.
Insieme a lui anche due commercialisti, Massimo Alfano e Francesco Canzano, e un avvocato, Luigi Pelella, ex dipendente dell’Agenzia delle Entrate a Napoli, tutti campani, professionisti al lavoro per la società di vigilanza e logistica Securpol. Un terzo commercialista genovese è stato invece denunciato perché avrebbe fatto da mediatore. L’accusa per tutti è corruzione: Pardini, secondo l’accusa, ha preso una bustarella con 7.500 euro per risolvere in modo più vantaggioso una transazione da 20 milioni che Securpol ha con le Entrate.
Secondo quanto ricostruito dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto Massimo Terrile, i tre rappresentanti della Sicurpol avrebbero conosciuto Pardini quando lavorava a Livorno. L’amicizia li avrebbe portati a trasferire la sede legale dell’azienda dalla Campania (la società non ha sedi operative in Liguria) a Genova proprio per far sì che la transazione (un accordo tra Fisco e impresa debitrice) venisse “discussa” in Liguria.
A insospettire le fiamme gialle è stato lo spostamento sotto la Lanterna senza che la società avesse alcun “legame” con il territorio, nemmeno una filiale. Da lì è scattata l’inchiesta con tanto di intercettazioni ambientali e telefoniche. Indagine che ha portato a organizzare l’appostamento fuori dal ristorante di Recco, con tanto di ‘cash dog’. Quando, davanti al locale, i tre hanno consegnato la busta bianca con i soldi, i finanzieri si sono parati davanti al gruppo e hanno fatto scattare le manette. Dopo l’arresto sono stati perquisiti gli uffici del
direttore in via Fiume. Le fiamme gialle hanno portato via pc e vario materiale cartaceo che ora verrà esaminato dagli inquirenti. Il sospetto è che quello di ieri non sia l’unico episodio di corruzione, ma che altre tangenti siano state pagate al funzionario.
L’Agenzia delle entrate ha sospeso Pardini e ha ringraziato la magistratura, mentre i dipendenti fuori dagli uffici hanno spiegato di “vergognarsi per quanto successo”. L’interrogatorio del direttore provinciale, difeso dall’avvocato Carlo Biondi, dovrebbe tenersi giovedì mattina davanti al gip Paola Faggioni.