





Gabriele Del Grande sta bene, ma è ancora in sciopero della fame: ha potuto parlare con il suo legale ma non sa ancora se e soprattutto di cosa è accusato. Dopo il colloquio avuto anche con il console si sono aperti degli spiragli per il rilascio ma i tempi non si annunciano comunque brevi. La vistita si è svolta in mattinata, verso le 9, ora italiana e la conferma è arrivata dal ministro degli esteri, Angelino Alfano. “L’incontro di Gabriele Del Grande con il console e l’avvocato – spiega il titolare della Farnesina – ha avuto luogo. Gabriele ha avuto anche l’opportunità di incontrare da solo il proprio avvocato”. “Ci risulta che Gabriele stia bene – prosegue il ministro – sta facendo uno sciopero della fame nutrendosi solo di liquidi. Ha comunque l’assistenza di un medico che io ho richiesto e ottenuto dalle autorità turche”. Il colloquio si è svolto nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea della Turchia, dove è trattenuto il blogger.
Dopo 11 giorni di prigionia in Turchia, dunque, si apre uno spiraglio nella vicenda del documentarista e giornalista toscano, fermato dalle autorità turche durante un controllo al confine con la Siria e da allora senza alcun contatto con l’esterno, salvo una breve telefonata martedì alla famiglia, in cui ha anche annunciato l’avvio di uno sciopero della fame.
La situazione resta comunque delicata e il rilascio di Gabriele non sembra essere ancora alle porte. “Non ci è stata data alcuna informazione su eventuali capi di imputazione nei confronti di Gabriele. La sua detenzione è del tutto illegale. Non c’è nessun impedimento giuridico al rimpatrio, è un provvedimento punitivo”. Lo ha detto all’Ansa l’avvocato turco di Gabriele Del Grande, Taner Kilic, dopo averlo incontrato. “Abbiamo chiesto di vedere il suo dossier, ci è stato negato. Al momento, il direttore del centro non ha nessuna informazione riguardo a una sua possibile espulsione”. Da 9 giorni, quando è stato trasferito a Mugla, Gabriele viene tenuto in isolamento, ha raccontato l’avvocato. La conferma sulle condizioni di Gabriele arriva anche dal padre Massimo che pur definendosi più tranquillo non è ancora ottimista sui tempi del rilascio. “Ci hanno riferito che sta bene e attendiamo gli sviluppi dopo la visita del console di stamani, adesso siamo più tranquilli. Ci è stato riferito – va avanti il padre – che proseguirà lo sciopero della fame fino a quando non sarà chiarita la sua situazione, ovvero se sarà rimpatriato o se verrà imputato di qualcosa. Per ora, secondo quanto ci è stato spiegato, è prematuro parlare di un rimpatrio in tempi brevi, ma noi continuiamo a sperare”. E proprio oggi il papà di Gabriele è stato invitato dall’ambasciatore turco in Italia Murat Salim Esenli, nella sede della missione diplomatica a Roma. “In quanto rappresentanza in Italia della Repubblica di Turchia, – si legge in una nota dell’ambasciata – in collaborazione con le autorità italiane ci stiamo impegnando intensamente e sinceramente, con il desiderio che la situazione delicata formatasi intorno al cittadino italiano Gabriele Del Grande, da qualche giorno in custodia della polizia in Turchia,possa essere rapidamente superata, tenendo in considerazione i forti e amichevoli legami tra i due Paesi alleati come la Turchia e l’Italia”.
“Il nostro ambasciatore Murat Salim Esenli, oggi, ha invitato il padre di Gabriele Del Grande, Massimo Del Grande presso la nostra Ambasciata con questi sentimenti. Saremo molto lieti di ospitarlo nella nostra Ambasciata”.
Anche la compagna Alexandra d’Onofrio e le sorelle Serena ed Eleona stanno con il fiato sospeso. Oggi la staffetta del digiuno, lanciata due giorni fa dalla moglie di Del Grande, è stata raccolta dalla sorella Elena che con un video postato su Facebook fa coraggio al fratello:”Ti tireremo fuori”, dice. Tutti attendono notizie dal consolato, nel terzo giorno di sciopero della fame per Gabriele.
A Lucca e in altre città d’Italia continua la mobilitazione per il blogger fermato domenica 9 aprile in Turchia, al confine con la Siria, mentre stava raccogliendo materiale per il suo prossimo libro. Ieri sera a Palazzo Santini l’aula consiliare ha approvato un ordine del giorno per chiedere al presidente del Consiglio Gentiloni e al ministro degli esteri Alfano di adoperarsi per rendere il più veloce possibile il rilascio di Del Grande. Striscioni sono stati appesi sia a Palazzo Santini che, questa mattina, a Palazzo Orsetti. Lo stesso che è apparso anche sulla facciata del Comune di Capannori: “Un giovane giornalista lucchese, Gabriele Del Grande – ricorda il sindaco Luca Menesini -, autore di lavori importanti e scomodi perché di denuncia, è stato trattenuto in Turchia ed è lì da oltre una settimana. C’è bisogno di far sentire che non scherziamo, vogliamo Gabriele libero. E lo vogliamo subito. Capannori c’è”. Domani, invece, alle 11 davanti al Comune di Porcari è in programma un sit in per chiedere la liberazione di Del Grande voluto dal sindaco Alberto Baccini.
Campeggia inoltre da oggi, dalle finestre della sala Staffieri di Palazzo Ducale che affacciano su Piazza Napoleone, il grande striscione realizzato dalla Provincia di Lucca e dedicato al documentarista e blogger lucchese.
La mobilitazione di cittadini e istituzioni locali e nazionali per la liberazione del giornalista lucchese è diffusa e molto partecipata con i messaggi più disparati che spaziano dal web alla carta stampata, dalle manifestazioni di piazza agli striscioni come quello affisso dall’amministrazione provinciale guidata dal presidente Luca Menesini. Il quale oggi ha inviato a tutti i sindaci del territorio e ai presidenti delle Unioni dei Comuni una lettera affinché aderiscano compatti alla campagna per la liberazione del giovane giornalista lucchese #iostocongabriele. Campagna i cui banner compaiono già da alcuni giorni sul sito ufficiale dell’ente e sulla pagina Facebook della Provincia.
“La situazione è allarmante – afferma Menesini nella sua lettera ai sindaci – e deve farci riflettere su diritti che noi ormai consideriamo come assodati ma che non lo sono, evidentemente, nel Paese dove Del Grande è detenuto. Del Grande, noto per il suo blog Fortress Europe in cui annota le morti dei migranti nel Mediterraneo e per il suo documentario “Io sto con la sposa” si trovava in Turchia nell’ambito del suo progetto ‘Un partigiano mi disse’, che porterà alla stesura di un libro, entro un anno, sulla guerra in Siria e sulla nascita dell’Isis raccontate, com’è nel suo stile, “senza filtri”, attraverso le storie della gente comune”.
“Riteniamo necessario – aggiunge il presidente Menesini – che anche gli enti locali, rispondendo anche ad un appello dei familiari di Gabriele, si mobilitino, come del resto in molti hanno già fatto, proponendo iniziative e facendo sentire la propria voce ed invitando la cittadinanza a fare altrettanto, tramite i social network, con l’organizzazione di presìdi nelle piazze e con ogni altro mezzo a disposizione”.
Intanto mercoledì (26 aprile), alle 9,30 è convocata una riunione del Consiglio provinciale di Lucca dove, tra l’altro, sarà trattata anche la questione di Gabriele Del Grande, probabilmente con la presentazione di una mozione da approvare e condividere in aula.