
di Roberto Salotti
Qualcuno, a Camporgiano, lo aveva avvertito. Ma lui ha voluto lo stesso raccogliere la sfida: ripopolare di trote la riserva nell’alto Serchio per iniziare un progetto in grado di promuovere non solo la pesca sportiva in questo fazzoletto di terra nel cuore della Garfagnana, ma anche di incentivare, in questo modo, il turismo. Tanto che è stato lanciato anche un sito internet (www.pescareingarfagnana.it), per invogliare dalla Toscana gli amanti di questo sport a visitare il circondario e a soggiornare nel verde delle montagne della provincia di Lucca. Niccolò Carotti è un fiorentino doc ma ha creduto fin da subito nel progetto della Garfagnana: “Non getterò la spugna – afferma – noi andremo avanti”.
Il colpo, però, non è di quelli che si possono lasciare facilmente alle spalle: a dieci giorni dall’apertura della riserva, nel tratto di fiume tra Camporgiano e San Romano, sono sparite ben 1.200 trote. Praticamente tutte quelle che erano state lanciate da Carotti e dai suoi collaboratori nelle “vasche” del fiume che vanno dal mulino a monte della riserva (dove i bracconieri non si sono azzardati a colpire), fino praticamente a San Romano. Il raid di bracconaggio che ha ben pochi precedenti in provincia di Lucca è stato messo a segno nel tratto più nascosto e meno sorvegliato della riserva: “E’ stato un gesto premeditato e mirato a colpire l’attività – è convinto Carotti -: voglio che le persone che hanno fatto questo sappiano che andremo avanti e che d’ora in avanti sarà aumentata la sorveglianza. Se il problema è il biglietto da pagare per pescare nella riserva, troveremo la formula per chi vive in questi straordinari posti”. Il sospetto è che sia stato un “dispetto” di qualcuno che non ha gradito che fosse stato introdotto il biglietto per pescare in questi specchi d’acqua. Come era accaduto con la precedente gestione: “Furono costretti ad introdurre il biglietto gratis con la conseguenza poi che la riserva va a finire, perché non ci sono i soldi per comprare le trote”.
In paese la notizia del furto (e il ritorno dello spettro del passato) ha fatto presto il giro di bocca in bocca e la gran parte si è immediatamente dissociata, condannando l’episodio. “Alcuni paesani, anzi – spiega Carotti – mi hanno dato la loro disponibilità ad organizzare dei servizi di vigilanza alla riserva e di questo li ringrazio. Purtroppo per pochi questi posti bellissimi rischiano di avere cattiva pubblicità e a rimetterci siamo proprio tutti. Più che il danno economico, mi amareggia aver speso tante parole invano per poi ritrovarmi di fronte ad un episodio del genere, per me, non ho dubbi, un dispetto”.
Giovedì si svolgerà a Camporgiano un incontro fra il gestore, i carabinieri e i carabinieri forestali: “Denunciare? Se è necessario lo farò – spiega Carotti -: sicuramente, se si ripeteranno episodi del genere prenderemo tutte le misure necessarie. Voglio tuttavia che la gente capisca che non ci arrenderemo, perché quanto abbiamo realizzato è per tutti: soprattutto per la Garfagnana e il suo turismo”. E in effetti Carotti ha già preso contatti con Fabbriche di Vergemoli per dare vita ad un progetto molto simile anche in questa zona: “Vorremmo creare una sorta di rete nel comprensorio – spiega – in modo che i turisti, avendo più possibilità, possano rimanere più giorni in Garfagnana. Questo si ottiene con la collaborazione di tutti, perché oltre all’appassionato di pesca può esserci anche la famiglia interessata a trascorrere qualche giorno in serenità in Garfagnana. Spero che questo messaggio possa arrivare dove deve. Noi ci rimboccheremo le maniche e porteremo avanti i nostri progetti”.