Peculato, arrestato l’ex sindaco di Fabbriche Giurlani

1 giugno 2017 | 08:18
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Peculato, arrestato l’ex sindaco di Fabbriche Giurlani

Un arresto che fa scalpore. Perché colpisce uno degli amministratori più noti, non soltanto in Lucchesia ma in Toscana: Oreste Giurlani, ex sindaco di Fabbriche di Vallico (oggi unito a quello di Vergemoli) per due mandati, attualmente sindaco di Pescia e vicepresidente dell’Anci Toscana, da stamani (1 giugno) è agli arresti domiciliari per peculato. La procura di Firenze lo accusa di essersi intascato, tra il 2012 e il 2016, quando era presidente di Uncem Toscana, qualcosa come 570 mila euro. Soldi che, stando alle indagini della guardia di finanza fiorentina, Giurlani avrebbe fatto transitare tra il conto corrente dell’associazione dei comuni montani, e di cui aveva diretta disponibilità, al proprio conto personale. Ma sotto la lente degli investigatori sono finite anche numerose “spese sospette”, così come alcuni loro giustificativi, soprattutto per gli spostamenti, da cui risultavano percorsi anche 500 chilometri in un solo giorno. Nel mirino anche le consulenze, che, secondo l’accusa, Giurlani affidava a se stesso, per conto dell’Uncem che dirigeva. Non è l’unico filone d’inchiesta aperto dalla procura fiorentina sul conto di Oreste Giurlani. Anzi, c’è anche un fascicolo con l’ipotesi di corruzione per vicende collaterali ma distinte emerse durante l’indagine per peculato che ha portato al suo arresto e in cui risulterebbero anche altri indagati.

I conti correnti nel mirino. Le fiamme gialle gli hanno intanto notificato stamani l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal gip di Firenze Anna Donatella Liguori, su richiesta della procura diretta da Giuseppe Creazzo.
I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2012 e il 2016, in cui Giurlani rivestiva la carica di presidente dell’Unione nazionale comunità enti montani della Toscana. Stando alle investigazioni svolte dai finanzieri del gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria di Firenze, coordinate dal sostituto procuratore Tommaso Coletta, Giurlani, si sarebbe appropriato di denaro appartenente all’Uncem, del quale è stato Presidente dal 2005 al 2016, trasferendo dal conto corrente dell’associazione – di cui aveva la disponibilità diretta – sul proprio conto corrente personale, la somma complessiva di oltre 570.000 euro. Gli accertamenti anche di natura economico-finanziaria svolti dalle Fiamme Gialle fiorentine hanno ipotizzato che Giurlani si sarebbe “autoliquidato” una somma di denaro pari ad oltre 200 mila euro senza produrre alcun giustificativo di spesa, e ulteriori 233 mila creando ad arte giustificazioni contabili ritenute fittizie, ideologicamente false e per l’accusa non pertinenti alla funzione pubblica svolta. Tra queste i finanzieri annoverano spese per l’acquisto di numerosi telefoni cellulari ed I-Pad oppure relative al consumo “gonfiato” di carburante per autotrazione. Tra gli acquisti finiti nel mirino anche due cappotti da donna, del valore di 680 euro.
La misura cautelare. La procura della Repubblica aveva chiesto all’ufficio gip la custodia in carcere per Oreste Giurlani, attuale sindaco di Pescia, indagato per peculato e corruzione. Tuttavia il gip Anna Liguori ha ritenuto adeguati gli arresti domiciliari, convenendo comunque con il pm Tommaso Coletta sui pericoli di inquinamento delle prove (il gip scrive, “già in atto”) e di reiterazione del reato, in quanto primo cittadino del Comune di Pescia.
Una misura restrittiva diversa dalla custodia cautelare, scrive il gip Anna Liguori, “vanificherebbe le esigenze cautelari” mentre gli arresti domiciliari risultano misura “adeguata e proporzionata”. In base a quanto accertato dalle Fiamme gialle, anche con intercettazioni telefoniche, nell’ultimo periodo Giurlani, forse allertato dalle verifiche in corso sui suoi conti correnti, avrebbe cercato di procurarsi a posteriori ‘pezze di appoggio’ per le spese non
documentate. Contemporaneamente, di fronte alle richieste dell’Uncem di ottenere la documentazione mancante circa le spese sostenute, avrebbe accusato l”ente stesso di averla smarrita.
A carico di Giurlani il gip Liguori ha anche stabilito un sequestro per equivalente fino alla concorrenza di quasi 620.000 euro.
L’accusa: affidava consulenze a se stesso. Al centro dell’inchiesta non ci sono soltanto i presunti passaggi di denaro. C’è anche un altro capitolo ed è quello che riguarda le consulenze: nello stesso periodo infatti risulta alla finanza che Giurlani avrebbe ricevuto anche compensi per consulenze private effettuate, per l’accusa, da lui stesso a favore dell’Uncem per oltre 143 mila euro, su incarichi auto-conferiti, in relazione ai quali sono tuttora in corso approfondimenti ispettivi. Questa mattina i finanzieri hanno perquisito l’abitazione di Giurlani e un altro appartamento nella sua disponibilità a Pescia, l’ufficio del sindaco nella sede del Comune di Pescia, e un locale ancora nella sua disponibilità nella sede dell’Uncem a Firenze. E’ stato acquisito voluminoso materiale cartaceo ed informatico, ora al vaglio degli investigatori.
Esposto Fdi. L’indagine è partita da un esposto presentato alla Corte dei Conti dal consigliere regionale di Fdi, Giovanni Donzelli: nel mirino erano finite presunte irregolarità nel pagamento dei contributi previdenziali di collaboratori di Uncem. Gli accertamenti successivi avrebbero interessato anche i trasferimenti “sospetti” sul conto corrente di Giurlani.
Tra le presunte giustificazioni di spese fasulle accertate, spiegano le fiamme gialle, quelle per il carburante, come se avesse percorso 500 chilometri al giorno per lunghi periodi. Accuse pesanti da cui Giurlani potrà difendersi. Ma intanto il suo “accusatore” torna alla carica. “500 euro al giorno spesi in viaggi e la mancanza di rendicontazione nelle spese. Ma anche contributi Inps non versati ai dipendenti e aziende non pagate per lavori su progetti Uncem finanziati dalla Regione Toscana”. Erano queste, infatti, le principali anomalie segnalate da Giovanni Donzelli nell’esposto presentato nel gennaio 2017 alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica e che oggi il consigliere regionale rilancia. “In tutto – spiega – abbiamo rilevato che, soltanto dalla Regione Toscana, dal 2009 al 2014 Uncem abbia ricevuto finanziamenti per almeno 11 milioni di euro”.
“Le denunce di Fratelli d’Italia sono iniziate nel 2014 e, dopo numerose richieste andate a vuoto – spiega Donzelli – a novembre abbiamo anche occupato la sede di Uncem Toscana per ottenere il dettaglio dei bilanci. La nostra battaglia ha dato voce anche alla segnalazione ricevuta da alcuni dipendenti dell’unione dei comuni montani i quali, a causa dei mancati pagamenti Inps dell’ente, non avrebbero ricevuto l’indennità di disoccupazione. Così come da una segnalazione arriva la denuncia dei mancati pagamenti ricevuti da due imprese per un lavoro effettuato per un progetto Uncem finanziato dalla Regione Toscana. Giurlani – racconta Donzelli – è potuto restare alla guida dell’ente perché – una volta decaduto dalla carica pubblica necessaria per mantenere la Presidenza, quella di sindaco di Fabbriche di Vallico – l’allora vicesindaco e attuale sindaco di Stazzema Maurizio Verona gli affidò l’incarico di assessore esterno. Proprio a Verona Giurlani affidò una consulenza in Uncem. In tutto questo, nonostante il Consiglio regionale abbia approvato una mozione presentata da Fratelli d’Italia che impegnava la giunta a non finanziare Uncem fino a che non sarebbero arrivati i bilanci dettagliati – conclude Donzelli – la Regione ha continuato ad erogare i soldi all’ente”.
Dalla comunità montana al Comune di Fabbriche. Nato nel 1964 a Bologna, si legge nel suo curriculum, Giurlani è stato consigliere comunale a Pescia dal 1993 al 2001, e dal 1997 al 2000 assessore della Comunità montana dell’Appennino Pistoiese. A Fabbriche di Vallico, è stato prima assessore e vicesindaco dal 2002 al 2004, e poi sindaco dal 2004 al 2013. Ma è soprattutto l’Uncem della Toscana, ente delle comunità montane, a divenire la sua ‘casa’ per molti anni: è coordinatore dal 1999 al 2002, poi vicepresidente fino al 2005, e presidente fino al 2016. Dal 2010 al 2016 è anche vicepresidente nazionale di Uncem. Nell’ambito delle comunità montane, è stato anche vicepresidente di quella della Media Valle del Serchio dal 2002 al 2004 dove è stato anche consigliere e assessore.
Sempre la montagna è la delega che ottiene da vicepresidente di Anci Toscana. Ruolo assunto a partire dal giugno 2016 dopo la riorganizzazione istituzionale delle associazioni rappresentative dei Comuni della Toscana, che vede l’integrazione di Uncem in Anci.
Le reazioni. “L’arresto di Oreste Giurlani ci riporta indietro di un anno, quando chiedemmo che prima di ogni integrazione Uncem Anci fosse fatta un’operazione trasparenza almeno sulla gestione toscana in capo all’attuale sindaco di Pescia”. Lo dicono Giacomo Giannarelli, presidente del gruppo M5S Toscana, e Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S e vicepresidente della Commissione Affari istituzionali e bilancio. “Il Partito Democratico, del quale Giurlani fa parte – aggiungono -, andò dritto ignorando la richiesta. A questo punto, visto com’è andata, devono a noi e ai cittadini almeno una risposta: sapevano e hanno cercato di eludere il problema?”.
“Un anno fa – proseguono i Cinque Stelle – agimmo a tutti i livelli istituzionali per approfondire i problemi amministrativi di Uncem Toscana e insieme alla senatrice Laura Bottici riuscimmo ad ottenere alcune conferme. Se il Pd avesse avuto seriamente a cuore l’interesse generale avrebbe dovuto da tempo sfiduciare la gestione Giurlani, mentre l’ha difesa fino a sostenere come Sindaco di Pescia una persona arrestata oggi per peculato. Un reato odioso che colpisce proprio la fiducia dei cittadini nei rappresentanti istituzionali”.
“Dispiace, sorprende questa notizia”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Ovviamente, il lavoro della magistratura va rispettato sempre – ha aggiunto -. Mi auguro solo che non vi sia alcun tipo di contraccolpo sul lavoro che comunque deve continuare nella rappresentanza istituzionale dei piccoli enti locali. Vedremo gli sviluppi”.
Dura la nota di Fratelli d’Italia: “Una pagliacciata – dichiara il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi – Questo è il termine che Oreste Giurlani aveva usato quando i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Marina Staccioli e Giovanni Donzelli occuparono la sede di Uncem Toscana per chiedere lumi sui bilanci dell’ente che presiedeva e sulle spese per le consulenze. Oggi il sindaco di Pescia è stato messo agli arresti domiciliari per peculato proprio perché dalle indagini è emerso che si sarebbe appropriato di centinaia di migliaia di euro appartenenti alla stessa Uncem Toscana”. “Oggi ci troviamo di fronte a una verità che è la migliore risposta ad amministratori come Giurlani accusati dalla magistratura di aver pensato ai propri interessi a danno di quelli dei cittadini – prosegue la nota di Fratelli d’Italia – L’arresto del sindaco è un fatto estremamente grave, come sono gravi le accuse che nel 2014, all’epoca dei fatti, egli indirizzò verso un partito come Fratelli d’Italia che a livello locale, provinciale, regionale, nazionale ha mostrato la sua estrema trasparenza e legalità, non avendo alcun indagato tra le proprie fila e portando avanti battaglie come quella di Staccioli e Donzelli proprio per difendere questi principi e la collettività. Segnaliamo anche che – si lege in una nota -, al di là della vicenda in questione, Giurlani ha rivestito non solo la carica di presidente Uncem per 11 anni, ma anche per 10 anni quella di sindaco di Fabbriche di Vallico poi quella di assessore a Stazzema (in virtù delle quali ha potuto rivestire la carica di presidente Uncem Toscana e vicepresidente Nazionale) e ora quella di sindaco di Pescia. E segnaliamo anche che non è l’unico caso in cui il Pd toscano ha utilizzato questo metodo di dotarsi di amministratori itineranti, un modus operandi che denota l’uso di una ‘professionalità politica’ avulsa dai territori e dalla gente. Fratelli d’Italia continuerà in ogni sede a vigilare sulla correttezza nell’amministrare le istituzioni ad ogni livello, con particolare attenzione alla gestione del fenomeno dell’immigrazione”. “L’arresto del sindaco di Pescia Oreste Giurlani si inserisce in un contesto quantomeno anomalo che sembrerebbe coinvolgere diverse amministrazioni ed enti della Provincia di Lucca, compresa la Versilia”. Lo dichiara Marina Staccioli vicesegretaria provinciale di Fratelli d’Italia e che nella precedente legislatura denunciò “la poca chiarezza della gestione dei fondi Uncem Toscana” nel suo ruolo di consigliera regionale.
“Giurlani – dichiara Staccioli – è accusato di peculato, proprio in merito a risorse Uncem. Ho chiesto chiarimenti in più occasioni sulle anomalie riguardanti le consulenze che durante la sua presidenza venivano assegnate e lautamente retribuite, come ad esempio quella pari a 28 mila euro che l’attuale sindaco di Stazzema Maurizio Verona ricevette nel 2013, quando era vicesindaco. L’anno successivo l’allora primo cittadino stazzemese Silicani nominò Giurlani assessore con delega alla montagna, un’operazione che consentì a quest’ultimo di mantenere la carica di presidente Uncem Toscana, per la quale è necessario rivestire un ruolo pubblico, dopo la fusione dei Comuni di Fabbriche di Vallico e Vergemoli e la sua contestuale perdita dello status di sindaco”. “Sembra che le denunce mie e di Fratelli d’Italia non fossero campate per aria – chiude Staccioli –. Pare proprio che avessimo ragione, ora che Giurlani è stato messo di fronte alle proprie responsabilità. Mi piacerebbe un atto di responsabilità anche da parte degli altri personaggi direttamente o indirettamente coinvolti, come Maurizio Verona che ancora non si è espresso ufficialmente sulla vicenda dell’arresto di un amministratore che, ricordiamo, gli ha dato direttamente una consulenza da svolgere proprio per conto di Uncem”.