
di Roberto Salotti
Ha visto, dal davanzale di casa sua, tre persone, nel buio della notte, entrare in Comune dal portone principale, che in effetti è stato trovato socchiuso, ma senza alcun segno d’effrazione. Quel cittadino zelante, però, visto l’inconsueta ora – erano circa le 23,30 di martedì scorso 6 giugno – ha subito avvisato il sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi, che recandosi sul posto ha avvisato i carabinieri. Ma ad oggi non c’è certezza di quello che sia accaduto: dagli uffici non manca niente, e nulla sembrerebbe essere stato toccato. Il primo cittadino, tuttavia, ha formalizzato una denuncia e ha chiesto ai tecnici di compiere per precauzione le necessarie verifiche sugli hard disk di alcuni computer trovati accesi, ma che probabilmente erano stati lasciati così prima della chiusura degli uffici. I carabinieri hanno perlustrato tutti gli uffici, aprendo perfino gli armadi, ma non c’era traccia di essere umano.
Dall’opposizione, e in particolare dal Pd, si fa comunque polemica e si traccia un quadro diverso, degno di una spy story. Ma è il sindaco stesso a tranquillizzare tutti: “Sono stato chiamato da un cittadino e mi sono subito recato in Comune – spiega Fantozzi -: sono arrivato in meno di 8 minuti e non c’era nessuno. Non abbiamo motivo di credere che qualcuno sia entrato, ad ogni modo non risulta che sia stato toccato niente. Non ci sono segni d’effrazione: il portone in effetti è stato trovato socchiuso ma è bastato toccarlo perché si chiudesse da solo. Quindi non è possibile nemmeno dire che sia stato aperto. In via del tutto precauzionale, ho fatto cambiare le serrature e ci siamo dotati di un sistema d’allarme. Negli uffici non è stato trovato nulla in disordine, ma ho voluto comunque denunciare l’episodio per sicurezza. Ho chiesto anche di fare le verifiche del caso su alcuni computer che erano accesi. Sul resto gli inquirenti faranno le loro indagini”. “Al fine di fare la massima chiarezza l’amministrazione comunale – aggiunge Fantozzi -, che tiene ad esprimere la propria massima tranquillità e serenità verso la propria condotta, ha subito offerto la massima collaborazione all’arma dei carabinieri che nei giorni seguenti ha effettuato accertamenti ulteriori per le indagini che sono tuttora in corso e per le quali siamo fiduciosi”.
“Un insolito riserbo – scrive al riguardo il segretario del Pd di Montecarlo, Franco Franceschini – ammanta tutta la vicenda. Di solito si entra negli uffici per rubare materiale per carte d’identità,da noi ci sono state: alcune scrivanie in disordine – sostengono dal Pd -, una strana polverina sul tavolo del ragioniere capo e i computer accesi. Che succede? Perché la vicenda è tenuta segreta? Una vicenda strana ed inquietante. Qualcuno voleva cancellare, acquisire o inviare un messaggio chiaro? Non è certo un furto oppure è un furto di dati? Certo che la sicurezza a Montecarlo è stata ancora una volta violata, una sicurezza spesso sbandierata a furor di popolo, ma è mai stata realizzata? Spieghi in Consiglio comunale la vicenda, senza almeno per una volta, cadere nella pantomima della Patria, famiglia, società e civiltà di quanto poco capisca l’opposizione”. Al riguardo replica subito il sindaco Fantozzi: “Al Pd che parla alludendo a polverine bianche che cosa rispondere mantenendosi decenti? La migliore risposta, per chi cerca lo scandalo a tutti i costi in tutto, è quella di rivolgersi al reparto scientifico dell’arma dei carabinieri da noi interpellato che spiegherà loro come la polverina in questione sia quella usata per prendere eventuali tracce in sede di indagine e non quella che, da quello che scrivono e come lo scrivono, viene da pensare abusino frequentemente”.