
L’ipotesi di reato, ancora tutta da confermare, è quella contemplata dall’articolo 326 del codice penale, ovvero la violazione del segreto di ufficio. Con questa accusa il procuratore capo Pietro Suchan ha iscritto nel registro degli indagati Francesco Raspini, assessore uscente della giunta Tambellini, e l’ispettore della polizia municipale Massimo Urbani. Un atto dovuto, in casi come questo, per consentire la nomina degli avvocati di fiducia in vista dell’interrogatorio fissato per martedì prossimo (20 giugno). L’inchiesta ha al centro la diffusione sulla stampa di un’indagine condotta dal nucleo antidegrado della polizia municipale su un episodio di smaltimento di rifiuti sulle sponde del fiume Serchio, che vide al centro un imprenditore di Cerasomma, colpito da una multa da 26mila euro con l’ipotesi si aver smaltito senza autorizzazioni “rifiuti speciali derivanti da lavorazioni artigianali o di impresa”, come si leggeva nel comunicato inviato alla stampa il 29 marzo scorso (Leggi).
Un’indagine che, stando a quanto appreso, era coperta da “segreto”. Questo il motivo per il quale la procura ha deciso di aprire un fascicolo sul caso. Inviando ai legali la documentazione e la convocazione dell’interrogatorio. Raspini e l’ispettore sono accusati del reato in concorso, ma potranno difendersi davanti al magistrato. L’inchiesta è, infatti, appena al suo nascere e potrebbe anche venire archiviata per entrambi. “È singolare – commenta Raspini con un post su Facebook – che si apprenda di un’indagine nei miei confronti per una presunta violazione di segreto d’ufficio tramite una palese violazione di segreto di ufficio visto che dell’indagine non era stato informato nessuno, tranne il sottoscritto che lo ha saputo solo questa mattina”.
Su tutta la vicenda, invece, l’assessore uscente, il più votato tra i candidati consiglieri del primo turno alle elezioni comunali, non intende esprimersi: “Mi astengo, per ora – scrive -, da altre considerazioni. Voglio però sottolineare che l’ipotesi di reato riguarderebbe la trasmissione di un comunicato da parte dall’ufficio stampa del comune su una nota della polizia municipale che informava su un illecito ambientale di cui la cittadinanza, anche a fini educativi, aveva il diritto di essere informata”.