
Il copione era sempre lo stesso: cogliere di sorpresa, alle spalle e spuntando dal buio le loro giovani vittime. Poi ai baby rapinatori armati di bastoni o spranghe bastava intimorirle un po’, a volte, oppure si passava ai “fatti”, con le botte. Altri tre episodi di rapine di questo genere sono emerse durante le indagini dei carabinieri di Lucca e di quelli del Norm, che la scorsa settimana avevano portato all’arresto di tre 17enni albanesi accusati di un rapina violenta ad un giovane alla sortita di San Frediano lo scorso 10 agosto (Leggi). A quell’episodio, adesso, se ne aggiungono altri tre, che risalgono agli inizi di agosto. In tre giorni di fila, dal 3 al 5 agosto scorsi, un altro 17enne di origini kosovare, insieme ad uno dei tre arrestati la scorsa settimana, avrebbe compiuto altri raid, con lo stesso modus operandi della rapina della sortita San Frediano.
Questa mattina (23 agosto) entrambi sono finiti in manette: il 17enne kosovaro è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale dei minori di Firenze: le accuse vanno dalla rapina aggravata in concorso al porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere. Dovrà risponderne il giovane che era in affidamento alla comunità per minori Carlo del Prete, ma che conduceva una ‘doppia vita’. Trasformandosi di notte, secondo le accuse, in rapinatore senza troppi scrupoli. I tre colpi li avrebbe messi a segno con un altro 17enne, uno dei tre già arrestati: questo, richiuso nel carcere dei minori di Bologna è stato raggiunto questa mattina da un altro provvedimento di custodia cautelare in carcere.
Le indagini su questi altri colpi hanno subito una svolta dopo l’arresto dei tre baby rapinatori della sortita. I tre affrontarono un ragazzo, mentre stava uscendo a piedi dalla città, minacciandolo con un bastone dopo averlo accerchiato, per farsi consegnare il cellulare con il quale stava parlando. Una volta sottratto il cellulare, senza che il giovane, terrorizzato, opponesse alcuna resistenza, sono poi scappati via. Il giovane rapinato andò subito a casa dalla fidanzata e chiamò i carabinieri, che avevano individuato, grazie all’accurata descrizione, i tre componenti della gang e li avevano denunciati per rapina, non potendosi configurare la flagranza di reato. Il tribunale dei minori, valutati gli atti, in attesa del giudizio ha disposto la custodia cautelare in carcere. Dalle perquisizioni, condotte in collaborazione con i carabinieri di Ponte a Moriano, telefono e manganello, utilizzato per le minacce, erano stati trovati sopra un armadio. Durante una prima perquisizione i tre avevano peraltro tentato di disfarsi dell’I-phone lanciandolo tra le maglie di una finestra.
L’inchiesta non si era conclusa con quei tre arresti ma anzi è proseguita anche se è stata resa difficile dal fatto che le vittime hanno denunciato diverso tempo dopo le rapine, ma i militari della stazione di Lucca e quelli del radiomobile sono riusciti a proporre al giudice indizi convincenti, tanto da ottenere le nuove ordinanze di custodia cautelare.
I carabinieri, che ritengono di aver concluso l’indagine sugli ultimi episodi avvenuti sulle Mura o alle sortite, invitano le vittime di furti e rapine a contattare nell’immediato le forze dell’ordine, in modo da agevolare le indagini e rendere più semplice il lavoro per rintracciare i malviventi.