
Un caso di positività per Raimondas Rumsas, fratello di Linas, morto a 21 anni lo scorso 2 maggio per doping. Il ciclista lituano, omonimo del padre del 21enne, è stato trovato positivo al GRHP-6, un ormone della crescita, a un controllo fuori gara di Nado Italia effettuato il 4 settembre scorso a Capannori. Il Tribunale Nazionale antidoping ha sospeso in via cautelare il corridore, accogliendo la richiesta della procura antidoping. Nel luglio scorso, Rumsas aveva dedicato una sua vittoria al fratello Linas, corridore dilettante morto a maggio. Su quel decesso indaga la Procura di Lucca, che ha aperto un fascicolo in cui risulta indagato anche il fratello Raimondas.
Il provvedimento, inevitabilmente, accende di nuovo i riflettori sulla storia dei Rumsas, una famiglia che da anni è coinvolta in vicende di doping. Linas ebbe un malore, andò in ospedale, fu dimesso e la mattina dopo morì per cause non del tutto accertate. Il corpo è stato poi cremato per decisione della famiglia. Raimondas è figlio e omonimo di quel Raimondas Rumsas che nel 2002 conquistò il terzo posto al Tour de France nello stesso
giorno (era il 28 luglio) in cui la moglie Edita veniva fermata dai doganieri a Chamonix mentre tornava in Toscana. Sulla sua auto furono trovati 36 diversi tipi di farmaci, di cui molti a effetto dopante. Quel giorno cominciò una telenovela che non è mai giunta davvero a conclusione circa la effettiva destinazione di quei medicinali. La donna si dichiarò sempre innocente, disse che quei farmaci servivano per la madre. Un medico polacco sostenne di aver firmato lui le prescrizioni e che non si trattava di sostanze dopanti. Dal centro antidoping francese invece venne fuori che quel carico conteneva epo, corticoidi e testosterone. Il sospetto fossero destinati al marito (e forse anche ad altri corridori) gettò un”ombra sul lituano fresco di podio, che venne anche minacciato di licenziamento da parte della Lampre, la squadra per la quale correva. Ma Raimondas risultò pulito e il contratto con la Lampre rinnovato.
La signora Rumsas venne rilasciata dopo 75 giorni di carcere l’11 ottobre del 2002. Pochi giorni dopo la Lituania premiò con la più alta onorificenza sportiva del paese il marito, proprio per il terzo posto al Tour de France.
L’anno seguente Raimondas cade nella rete dell’antidoping: positivo all’epo durante il Giro d’Italia e condannato a un anno di squalifica. A fine 2004, e squalifica scontata, Rumsas torna alle corse e partecipa pure ai Mondiali con la nazionale Lituana, ma la vicenda di Chamonix è ancora aperta, i giudici vogliono andare fino in fondo. E nel giugno 2005 spiccano un mandato di cattura internazionale per contrabbando di medicinali proibiti. Pochi mesi dopo, è il gennaio 2006, il ciclista e la moglie vengono condannati a 4 mesi con la condizionale, il medico polacco a 12 mesi.