





Blitz degli attivisti di Greenpeace questa mattina (4 ottobre) nel quartier generale della Essity, azienda proprietaria del marchio Tempo ad Altopascio. L’azienda è entrata nel mirino degli attivisti per aver acquistato legname e cellulosa provenienti dagli alberi della Grande foresta del nord, un patrimonio naturale dell’umanità, più grande della Foresta Amazzonica, e presidio fondamentale contro l’effetto serra.
“Questa mattina attivisti di Greenpeace Italia sono entrati in azione ad Altopascio, al quartier generale di Essity, proprietaria di marchi come Tempo e Tena, per chiedere all’azienda di eliminare dalla propria filiera i fornitori coinvolti nella distruzione di aree importanti della Grande foresta del nord in Svezia, Finlandia e Russia”. È quanto si legge in una nota pubblicata da Greenpeace Italia.
Mentre cinque attivisti hanno portato all’ingresso del palazzo di Essity la riproduzione gigante di una confezione di pacchetti di fazzoletti con la scritta “Il peggiore di tutti i tempo”, denunciando come l’uso di polpa di cellulosa derivante da foreste ad alto valore di conservazione stia consumando la foresta boreale, altri attivisti hanno trasmesso il rumore della foresta che viene tagliata e aperto un banner con la scritta: “La foresta vale più di un fazzoletto”. Nel frattempo, a Porcari, in uno stabilimento appartenente alla stessa azienda altri cinque attivisti hanno attaccato su bobine giganti di cellulosa degli adesivi con il messaggio “Più foreste, meno fazzoletti” e aperto un banner con la richiesta: “È tempo di cambiare. Salviamo la Grande Foresta del Nord”.
“Chiediamo a Essity di rivedere la propria politica di approvvigionamento, in modo da contribuire alla protezione della foresta boreale e dei diritti delle popolazioni indigene che la abitano” ha affermato Martina Borghi, responsabile della campagna foreste di Greenpeace Italia. “L’azienda deve aumentare l’uso di fibre riciclate nella sua produzione di fazzoletti, carta igienica, asciugatutto e tovaglioli e comunque non deve usare mai fibre provenienti da foreste ad alto valore di conservazione”.
La Grande foresta del nord è vasta il doppio della Foresta Amazzonica ed è la casa di popolazioni indigene, e di tante specie animali come cervi, ghiottoni, linci, lupi, gufi, renne e grizzly.
“Per l’industria della carta e del legname, però – prosegue la nota di Greenpeace – questo paradiso terrestre è solo una miniera da sfruttare. Essity, la multinazionale proprietaria del marchio Tempo, si rifornisce da aziende che stanno disboscando preziose aree di questa foresta: alberi secolari vengono distrutti per diventare prodotti usa-e-getta. La Grande foresta del nord è un patrimonio da preservare”.
“La Grande foresta del nord è la ‘corona verde’ del nostro Pianeta – si legge ancora -. Si estende per 16 milioni di chilometri quadrati, dall’Alaska alla Russia, passando per il Canada e la Scandinavia. Ben due terzi di questa foresta vengono sfruttati da aziende che operano nel settore della carta e del legno e, senza adeguati programmi di protezione, gestione e riforestazione, la foresta impiega molti anni per rigenerarsi e il suo potere di ‘frenare’ i cambiamenti climatici diminuisce. Le foreste aiutano a regolare il clima della Terra assorbendo miliardi di tonnellate di anidride carbonica, uno dei principali gas a effetto serra. La deforestazione, pertanto, causa il rilascio di enormi quantità di Co2 nell’aria, peggiorando gli effetti del riscaldamento globale. Se non interveniamo subito, potremmo perdere per sempre antiche e preziose aree della Grande foresta del nord”.
“Chiediamo ad Essity – concludono gli attivisti – di non acquistare cellulosa proveniente da foreste con alto valore di conservazione, inclusi i paesaggi forestali intatti”.
Nel pomeriggio, è arrivata la replica dell’azienda che, tramite una nota, ha tenuto a ribadire il proprio impegno e quello dei suoi fornitori nella gestione sostenibie e consapevole delle foreste. “In risposta al report rilasciato da Greenpeace – si legge – Essity desidera sottolineare il proprio lavoro per promuovere la gestione sostenibile delle foreste. Essity utilizza fibre di legno che includono sia fibre riciclate sia vergini. Tutte le fibre vergini contenute nei prodotti Essity devono essere certificate Fsc® o Pefc™ o soddisfare lo standard Fsc Controlled Wood“.
“Il Forest Stewardship Council, un organismo di certificazione internazionale indipendente – prosegue la nota – promuove la gestione delle foreste rispettosa dell’ambiente, socialmente responsabile ed economicamente sostenibile a livello mondiale. Per Essity il sistema di certificazione Fsc® è prioritario, per questo incoraggia tutti i suoi fornitori a ottenere questa certificazione. Essity, infatti, lo considera uno strumento molto importante per diffondere le pratiche di gestione sostenibile delle foreste in tutto il mondo. Nel 2016, Essity ha ricevuto 6,5 milioni di tonnellate di fibre vergini sotto forma di legno, polpa di cellulosa, imballaggi, bobine madri e articoli forniti da terzi. Il 100% delle fibre ricevute è stato controllato e certificato, ciò significa che i nostri fornitori hanno rispettato e tutelato i principi dedicati alla conservazione della biodiversità e della foresta. Essity richiede ai propri fornitori di cellulosa di disporre di sistemi consolidati e procedure documentate che possano garantire la tracciabilità e la conformità in tutta la catena di approvvigionamento”.
“Il Forest Stewardship Council, l’organismo più autorevole a livello mondiale in materia di certificazione forestale, sta attualmente discutendo i criteri di inserimento dei ‘Paesaggi forestali intatti‘ nella certificazione; Essity – prosegue la nota dell’azienda – supporta pienamente questo lavoro e attende la presentazione di linee guida chiare da parte dell’Fsc. Essity rispetta l’impegno di Greenpeace – conclude l’zienda –, per questo è impegnata in un dialogo aperto con la Ong per la gestione responsabile delle foreste e l’integrazione dei ‘Paesaggi forestali intatti’ all’interno del Fsc”.
Le foto di Francesco Alesi e Tommaso Galli