
Una inchiesta giudiziaria con accuse pesanti nei confronti dell’ex comandante della polizia municipale di Lucca, Stefano Carmignani, che gli sono già costate la rimozione dell’incarico. Inchiesta che stamani (8 novembre) è approdata davanti al giudice per le udienze preliminari, di fronte a cui Carmignani è accusato di aver tentato di ottenere un rapporto sessuale con una subalterna, in cambio della promessa di un avanzamento di carriera. Accuse da cui tuttavia l’ex numero uno di piazzale San Donato, si era difeso sostenendo davanti al magistrato che era semmai vero il contrario, ovvero che sarebbe stata la vigilessa, una donna di 40 anni, sposata e con figli, a fargli avance per ottenere una promozione. Non sarebbe andata così secondo il procuratore Pietro Suchan e il sostituto Piero Capizzoto, che avevano chiesto il rinvio a giudizio dell’ex comandante. Che stamani, attraverso i suoi avvocati Enrico Marzaduri e Francesca Crippa, ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato.
In questo modo, se il gup accoglierà la richiesta Carmignani eviterà un processo pubblico, con il clamore che ne potrebbe seguire, e, in caso di condanna, potrà godere anche dei benefici di legge, previsti dal rito alternativo. Il gup comunicherà la sua decisione nella prossima udienza fissata per il 6 dicembre.
L’inchiesta era trapelata soltanto nella fase della richiesta di rinvio a giudizio, perché era stata tenuta segreta dai magistrati. Tuttavia, proprio la procura aveva informato l’amministrazione comunale di voler avviare il procedimento penale nei confronti dell’allora comandante, che, contestualmente, venne rimosso dall’incarico.
L’ipotesi di reato nei confronti di Carmignani è quella di induzione indebita a dare o promettere utilità, recentemente introdotto come nuova formulazione della concussione per induzione. Stando all’accusa, l’ex comandante avrebbe tentato di ottenere un rapporto sessuale con la donna, dipendente del comando di polizia municipale, promettendole avanzamenti nella carriera.
In particolare i magistrati contestano a Carmignani un episodio che risale al 10 novembre del 2014. Stando all’accusa e al racconto reso dalla vigilessa, il giorno prima Carmignani chiese alla donna di tenersi pronta per accompagnarlo l’indomani ad un corso di formazione a Firenze. Una richiesta che fin dall’inizio apparve strana alla vigilessa, che non aveva mai accompagnato, come autista, il comandante.
Il giorno dopo, arrivata a lavoro – sempre stando all’accusa – l’allora comandante si rivolse a lei, facendole avance e apprezzamenti sull’abbigliamento. La vera sorpresa arrivò più tardi, quando nei pressi del casello autostradale di Chiesina Uzzanese, l’ex comandante se ne sarebbe uscito con una frase che impressionò la vigilessa: “Andiamo lì a fare l’amore”, avrebbe detto secondo la versione della donna, indicando un albergo all’uscita dell’autostrada. Nel suo racconto ai magistrati, la vigilessa ha spiegato di essersi sentita oggetto di attenzioni particolari da parte del comandante e di essere stata sottoposta a delle avances che non aveva mai provocato né tantomeno richiesto. Ma quel giorno non accadde nulla. Anche se la donna ha raccontato che quella frase le fu ripetuta più volte, secondo l’accusa con l’intento di indurla a cedere per paura di ripercussioni negative sul lavoro.
Rob. Sal.