
“La Cgil Fp di Lucca rifiuta totalmente le linee operative che intende adottare l’azienda Usl Toscana nord ovest nei confronti del personale del comparto (infermieri, tecnici sanitari e Oss) sulla gestione del sovraffollamento delle strutture ospedaliere che si preparano ai picchi di affluenza per patologie stagionali e di cui siamo stati messi a conoscenza con estremo ritardo”. Inizia con queste parole una nota di Giovanna Lo Zopone, segretaria generale della Fp Cgil della provincia di Lucca, che accusa l’azienda sanitaria di non aver fatto abbastanza per garantire il lavoro degli operatori sanitari e la degenza dei pazienti, in occasione del picco di flussi atteso per le prossime settimane.
Sono quattro le richieste principali che arrivano dalla Cgil: l’assunzione di nuovo personale a tempo determinato, l’assunzione tramite agenzie interinali, la volontarietà del personale coinvolto nel periodo in questione e la retribuzione di tutte le ore di lavoro extra legato al progetto contrariamente alla proposta dell’azienda di pagare solo le prime tre ore come straordinario.
“La gestione in seguito al percorso indicato in caso di sovraffollamento del Pronto Soccorso con conseguenti ricadute nelle degenze – afferma Lo Zopone – rischia di vanificare i buoni propositi introdotti nella Delibera Regionale oltre a rivelarsi un grande caos ingestibile con strumenti e risorse sottostimati che potrebbero creare grossi problemi anche nelle attività istituzionali”. Il riferimento è alle linee guida introdotte dalla della Regione Toscana che da indicazioni sui nuovi modelli di gestione in caso di sovraffollamento nei maggiori presidi ospedalieri a partire dai pronto soccorso.
“Le aziende sanitarie – accusa il sindacato – già quest’anno avrebbero dovuto introdurre e pubblicare entro il 31 ottobre strategie di gestione in caso di sovraffollamento, introducendo un aspetto fondamentale che qualifica la partecipazione dei soggetti sindacali in rappresentanza dei lavoratori. Di fatto il piano operativo ci viene presentato il giorno stesso in cui si attiva il progetto di sovraffollamento che va dal 15 dicembre al 28 febbraio, senza dar modo ad una approfondita valutazione, poi spostato al 20 dicembre senza che si sia raggiunto un accordo con i sindacati. Lo stesso introduce concetti operativi irricevibili, sia dal punto di vista contrattuale sia nel rispetto delle indicazioni tracciate nella delibera regionale sulle forme di orario di lavoro da adottare”.
“Quella che doveva rappresentare in prima istanza una scelta volontaria e condivisa degli operatori – proseguono Lo Zopone – diviene una forma di coatta adesione senza appello e dove sorprendentemente vengono tagliati fuori la figure come gli operatori socio sanitari, indispensabili per il buon funzionamento del percorso indicato. I lavoratori e le lavoratrici dovrebbero aderire ad un progetto a cui non è obbligatorio partecipare, ove l’azienda doveva pensare per tempo ad un piano B con l’eventuale introduzione di personale attraverso le agenzie interinali, lì dove non sono disponibili graduatorie da cui attingere personale a tempo determinato, assunto direttamente dall’Usl. Quando sappiamo tutti bene che sono stati mandati via i tempi determinati già in servizio con scadenza ad ottobre”.
“Ricordiamo – incalza ancora la rappresentante della Cgil – che gli organici, già ridotti all’osso, devono sempre più spesso sopperire al lavoro istituzionale saltando spesso riposi, ferie non concesse, rientri obbligati su malattie eccetera per garantire il servizio che continuamente coordinatori infermieristici e tecnici, spesso anch’essi in difficoltà, devono gestire al limite delle normative contrattuali e delle leggi vigenti in tema di recupero psico fisico dei lavoratori e della loro sicurezza, nell’interesse dei pazienti che non vorrebbero farsi curare da professionisti sempre più stanchi e sovraccarichi di lavoro”.
“Da tempo la Fp Cgil di Lucca – conclude Lo Zopone – chiede una seria discussione sugli organici e carichi di lavoro dei presidi ospedalieri, dove evidentemente non è più sufficiente chiedere disponibilità per prestazioni aggiuntive, anche attraverso forme economiche incentivanti, dove è ormai necessario introdurre risorse umane fresche. Ci viene spontanea una riflessione sul fatto di cosa accadrà dopo il 28 febbraio, data ultima nel quale finisce il progetto, se i sei/dieci letti saranno ancora occupati dai pazienti e se l’emergenza sovraffollamento proseguirà. C’è il sospetto che successivamente possano riprendere appoggi impropri nei reparti, dunque un cane che riprende a mordersi la coda con il rischio che l’emergenza continui per quella mancanza ormai insostenibile di posti letto cronica che vede avvicendarsi soluzioni temporanee non risolutive”.