Inchiesta doping, giovedì gli interrogatori dal gip

12 febbraio 2018 | 16:26
Share0
Inchiesta doping, giovedì gli interrogatori dal gip

“Se vuoi andare forte te lo dico, se no fai come ti pare”. Luca Franceschi, patron del Gfdd Altopack parla ad un ciclista del team. Non sa che sull’ammiraglia della squadra gli inquirenti che lo hanno arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul doping hanno piazzato gps e cimici. “Hai visto – aggiunge – Rumsas in venti giorni ha sistemato la stagione (si riferisce a Raimondas jr.). Bisogna che tu la sistemi anche te”.

Il presidente del team dilettantistico sarà interrogato dal gip Giuseppe Pezzuti giovedì (15 febbraio), insieme agli altri che ancora si trovano agli arresti domiciliari. Davanti al giudice delle indagini preliminari, sfileranno nella stessa giornata anche i genitori Narciso Franceschi e Maria Luisa Luciani. Con loro anche l’ex ds Elso Frediani, il farmacista Andrea Bianchi e il ‘fornitore’ Michele Viola.
Saranno chiamati dal giudice a chiarire la loro posizione, a fornire la loro versione dei fatti e a difendersi da tutte le accuse. Ma anche a puntualizzare le numerose conversazioni intercettate che figurano nell’ordinanza e ritenute dagli inquirenti determinanti a ipotizzare un giro di farmaci vietati nel team.
“Fai la vita, fai tutto – dice ancora Franceschi all’atleta nella conversazione intercettata -: però bisogna che tu domenica corri… Domenica sera senza dire nulla vieni su. Non mi sta’ a guardare, poche seghe: lugli ti rimette in sistema un pochino, non è nulla, che cazzo”. “Eh lo so”, ribatte il corridore. “Fanno ventimila – dice Franceschi – per farti recuperare a 40 e poi vinci”. In queste parole, secondo gli inquirenti, Franceschi si riferirebbe alla quantità di sostanza dopante da assumere, in modo da far salire il valore dell’ematocrito risultato basso. Parole importanti, secondo gli inquirenti: “Ciò che appare evidente – scrive il gip nell’ordinanza – è che Franceschi, anche in modo estremamente diretto, cerchi di convincere il ciclista a doparsi. Tali pressioni, esercitate su un clicista di appena vent’anni che versa in una condizione subalterna rispetto a Franceschi, suonano come veri e propri dictat”.