Doping, bocche cucite davanti al gip

15 febbraio 2018 | 13:50
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Doping, bocche cucite davanti al gip

Nessuno di loro parla. Non parla Luca Franceschi, presidente della Gfdd Altopack, accusato dalla procura di Lucca di aver spinto giovani e giovanissimi ciclisti a fare uso di sostanze dopanti. Non parlano i suoi genitori Narciso Franceschi e Maria Luisa Luciani, nella cui abitazione, stando all’accusa, arrivavano i farmaci vietati che poi venivano iniettati in vena agli atleti del team di ciclismo dilettantistico. Fanno scena muta stamani (15 febbraio) davanti al gip Giuseppe Pezzuti anche l’ex ds Elso Frediani, il farmacista Andrea Bianchi e l’ex corridore Michele Viola – questi ultimi due accusati di essere ‘i fornitori’ delle sostanze dopanti.

Tutti e sei gli indagati da una settimana agli arresti domiciliari, accompagnati dai loro avvocati difensori, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari. Uno scenario largamente atteso alla vigilia, anche perché sembrava scontato che in questa fase nessuno avrebbe fornito la sua versione, anche per avere il tempo di esaminare il ponderoso fascicolo d’inchiesta aperto dal pm Salvatore Giannino, coordinato dal procuratore Pietro Suchan, a partire dalla morte di Linas Rumsas, la giovane promessa del ciclismo morto a 21 anni, in circostanze ancora da chiarire, il 2 maggio scorso.
Per il momento restano confermate per tutti e sei gli indagati le misure degli arresti domiciliari. Mentre le indagini vanno avanti. L’inchiesta, in cui sono indagate oltre a questi altre 17 persone, è infatti tutt’altro che conclusa. Al vaglio degli investigatori c’è anche il materiale sequestrato durante le perquisizioni effettuate durante l’esecuzione dell’ordinanza. Nel registro degli indagati potrebbero aggiungersi a breve nuovi nomi, persone a conoscenza del giro e che hanno, per l’accusa, spinto i giovani atleti ad assumere farmaci senza la prescrizione medica. Dalle numerose intercettazioni contenute nell’ordinanza il gip ricostruisce il giro, osservando che Franceschi era “ossessionato”, si legge nell’ordinanza, dai risultati delle gare e che, per l’accusa, avrebbe spinto al doping gli atleti per vincere di più e ottenere in questo modo più soldi dagli sponsor (risultati totalmente estranei alle contestazioni).