
Gli agenti della polizia municipale non vogliono essere “trattati come amministrativi” e chiedono che venga loro riconosciuto l’impegno nello svolgimento di un servizio che in tutto è equiparabile alle altre forze dell’ordine. E’ a tratti provocatoria e amara la lettera aperta vergata dal corpo della polizia municipale di Lucca di cui si fa garante il sindacato Diccap. La questione è, come ormai noto, quella della riforma dei turni e degli orari di lavoro che è contestata dagli agenti.
“E’ inconfutabile – si legge nella lettera – che recentemente il corpo della polizia municipale di Lucca sia stato riqualificato a numero di agenti da impiegare sul territorio e quindi quantificato in mere matricole e non, a nostro parere, come persone alle quali viene riconosciuto il merito e il valore che hanno. Proprio per tale ragione vorremmo che leggesse questa lettera capendo la risonanza che ha avuto in noi il cambio di orario che volete imporci. Questa è la storia secondo noi”.
“È capitato che noi vigili urbani, i sostaroli della situazione, i pareggiatori di bilancio, gli odiosi per antonomasia, una mattina, senza alcun preavviso o comunicazione da parte di nessuno e quindi trattati come nullità – si prosegue nella lettera – che si configurano in numero di pedine da usare su una metaforica scacchiera politica, improvvisamente aprissimo il giornale e apprendessimo che da un momento all’altro eravamo diventati indispensabili per la sicurezza della città. E chi aveva deciso questo? L’assessore della polizia municipale di Lucca Francesco Raspini che, come risulta dal suo onorevole curriculum vitae, è un commissario capo della Questura attualmente in aspettativa. Lei, per conoscenza professionale, dovrebbe però sapere che noi vigili urbani non siamo paragonabili ai suoi colleghi della Questura, né alle altre forze di polizia, che indubbiamente, questo è indiscutibile, come noi svolgono per la cittadinanza un preziosissimo lavoro su più fronti. Lei, assessore, forse non ha ben chiaro che la Polizia municipale, nonostante i medesimi rischi e responsabilità attribuiti a tutte le forze di polizia, le competenze infinite, gli enormi disagi e la pericolosità insite nel nostro mestiere, nonostante alcuni di noi talvolta perdano anche la vita per ragioni di servizio e vengano poi ripagati con un’insulsa corona d’alloro e un discorso solenne del sindaco al valore, non ha riconosciuti, per ragioni a noi ignote, gli stessi benefici o ’privilegi’ di cui le altre Forze dell’ordine giustamente godono. Avrà ben presente poi – si legge ancora nella lettera – che anche per il lavoro quotidiano, se si parla di sicurezza, i nostri limiti sono evidenti non possiamo accedere allo Sdi, per esempio, non sapendo mai così con chi abbiamo a che fare, inoltre non possiamo portare l’arma fuori dal Comune ove prestiamo servizio e fuori orario lavorativo, se non in casi eccezionali o con determinate autorizzazioni preventive. Vogliamo poi evidenziarle che nonostante il nostro mestiere presupponga gravi difficoltà operative quali essere sottoposti giornalmente ad intemperie climatiche o disagi psicofisici, inalazione di sostanze inquinanti, monossido di carbonio, benzene, composti metallici, aggressioni, tso, sinistri nei quali rimaniamo feriti o addirittura perdiamo la vita, esposizione a rischio malattie letali come aids o epatite, essere sottoposti a turni di lavoro che si protraggono spesso fuori dall’orario disposto dal servizio, contatti con realtà degradate come nomadi, extracomunitari non regolari, sgomberi forzati, manifestanti, tifosi esaltati che sputano e tirano sassi, il tutto affrontato senza alcuna preparazione tecnica e ausili difensivi sufficienti e, non da ultimo, con un Corpo formato da persone per la maggioranza ultracinquantenni”.
“Nonostante tutto ciò – va avanti la lettera -, ironia della sorte, siamo classificati come comunali, e sia chiaro che con tale affermazione non vogliamo assolutamente sminuire l’operato degli amministrativi, vogliamo solo evidenziare la differenza che sussiste con chi ha una qualifica diversa dalla nostra ma ai quali veniamo comparati all’occorrenza, senza godere però, poi, degli stessi privilegi. Lei saprà bene che non hanno nemmeno introdotto la nostra categoria nell’elenco dei “mestieri usuranti” con il riconoscimento di poter andare in pensione in anticipo, concesso invece alle altre forze di polizia, né ci viene elargito uno stipendio consono al rischio maturato come viene corrisposto agli altri e questa non è una sterile polemica, è un dato di fatto. Siamo considerati diversamente. Punto. Dobbiamo quindi arrenderci all’evidenza di essere una polizia di serie B? Il lodevolissimo lavoro svolto da chi opera all’esterno (viabilità, rilievo sinistri, controlli stradali, controlli contro il degrado e sulla sicurezza, controlli commerciali edilizi e ambientali) viene integrato anche dal qualificatissimo lavoro d’ufficio esercitato giornalmente, perché sia chiaro che nemmeno chi lavora in ufficio nella polizia municipale è un semplice impiegato, ci sono delle moli di lavoro abnormi da assolvere con scadenze improrogabili, contatti costanti con la Procura con la delicatezza che ne consegue, pratiche da evadere pena la richiesta di mancati introiti o la denuncia per omissione d’ufficio, c’è chi di noi è costretto a rinunciare ai riposi o sverna in Procura oltre orario di servizio chiamato a deporre come teste ai processi indetti per le nostre pratiche. Le ricordiamo che queste persone spesso il sabato e la domenica o quando il servizio lo richiede, come in occasione delle partite di calcio o dei grandi eventi, sono impiegate all’esterno, o in altri servizi d’istituto, ma sia chiaro, nessuno supplisce alle pratiche inevase dei loro uffici, con problemi di insolvenza che vanno successivamente giustificati ai cittadini che richiedono giustamente gli atti, inconsapevoli di questi meccanismi di tappabuchi. Le ricordiamo poi che c’è l’onere, non da poco, della pistola d’ordinanza da saper usare e dover custodire, c’è il fatto che non essendoci un adeguato numero di agenti, perché da anni siamo sotto organico, lavoriamo Natale, Pasqua e le feste comandate, siamo sempre stati pronti a sacrificare la nostra vita privata per essere utili alla cittadinanza come nel caso ad esempio di calamità naturali, ricordiamo l’esondazione del Serchio nel quale la maggioranza di noi ha lavorato ad oltranza anche 20 ore consecutive il giorno di Natale, solo per senso di responsabilità e rispetto infinito per l’enorme disastro che ha colpito Lucca, o quando la neve ha paralizzato la città e il Comune chiedeva il nostro ausilio dovendo supplire alle gravi carenze di mancati interventi preventivi, nessuno di noi si è tirato indietro, tutti presenti in prima linea. O per i grandi eventi, concerti, il G7 siamo stati disponibili a qualunque necessità e orario richiesto. Se non se ne fosse ancora reso conto le ricordiamo che la polizia municipale a Lucca lavora, lavora bene e lavora 365 giorni all’anno tutti i santi giorni di ogni settimana dalle 7 del mattino alle 2 di notte garantendo tutti i servizi che ci vengono richiesti. Ricapitolando non siamo riconosciuti alla stregua delle altre Forze di Polizia ma veniamo utilizzati come tali, allo stesso tempo siamo considerati comunali, ma con quanto descritto Lei pensa proprio che lo siamo veramente? Noti le differenze operative, di competenza e di responsabilità. Ci chiediamo quindi, visto che il motivo del passaggio ai turni di lavoro di sei ore lei Raspini afferma sia la sicurezza, per quale assurdo illogico motivo noi dovremmo essere i supereroi che salvano la città dalle grinfie della criminalità? Con quali scriteriati elementi si è deciso questo? Come si può pensare che il nostro Corpo gravemente sotto organico possa risolvere, anche volendo, i problemi relativi alla sicurezza con le gravi disparità sopra elencate che ci differenziano dalle altre Forze dell’ordine e con un semplice cambio di orario? Ci si chieda piuttosto per quale ragione, anche e soprattutto politica, è andata incrementandosi la criminalità e il degrado pubblico. Per i motivi sopra elencati chiarisca a se stesso se siamo o meno comunali. Se la risposta è affermativa, ci spetta di diritto lo stesso trattamento con i riposi dovuti di cui loro usufruiscono, visto che, con quanto sopra descritto, senza alcuna recriminazione di sorta, paragonando il nostro operato a quello degli amministrativi crediamo onestamente che siano ultra meritati. Se secondo lei invece non lo siamo si prodighi per cambiare la legge che non ci riconosce i diritti e i privilegi delle altre Forze dell’ordine e ci lasci stare, tenga conto se ancora non se ne è reso conto che noi non siamo appartenenti alla Questura di Lucca, purtroppo o per fortuna non sappiamo”.