
“Vorrei essere morto io al posto di Andrea. Se potessi, farei qualunque cosa perché quello che è accaduto non fosse mai successo”. Aveva detto queste parole al gip Giuseppe Pezzuti che lo interrogava in carcere all’udienza di convalida del suo arresto, prima di scarcerarlo e mandarlo ai domiciliari. Anthony Caturano, parrucchiere di 24 anni di Torre del Lago, incensurato, a poco più di un mese dalla tragica notte del 4 febbraio scorso in cui con l’auto travolse e uccise il benzinaio di 20 anni di S. Macario, Andrea Lucchesi, ferendo gravemente anche l’amico Fabio Biagini, 25 anni, di S. Anna potrà tornare al lavoro. Il giudice ha infatti accolto la richiesta presentata per il giovane, accusato di omicidio stradale e di lesioni gravissime, dal suo difensore, avvocato Fabrizio Miracolo.
Caturano, che si è detto pentito di quanto successo e che ha pianto di fronte al gip, potrà allontanarsi da casa, soltanto per recarsi al lavoro. Resta per il resto il regime degli arresti domicilari. Il giovane di Torre del Lago si era allontanato dopo aver travolto con la Lancia Y intestata ad un parente i due amici Lucchesi e Biagini, mentre uscivano da un locale della Darsena a Viareggio. Erano circa le 4,45 e la notte di divertimenti di un gruppo di ragazzi lucchesi era finita in tragedia. Nonostante infatti la corsa disperata delle ambulanze al pronto soccorso dell’ospedale unico della Versilia, Lucchesi morì qualche ora dopo, quando si stava tentando di trasferirlo con l’elicottero agli Spedali riuniti di Livorno. L’amico Fabio, invece, dopo alcune settimane, è stato dimesso. Caturano fu individuato poco dopo l’incidente dai carabinieri, grazie alle testimonianze di alcuni presenti e alla targa ripresa dalle telecamere di videosorveglianza. Il giovane, dopo il terribile episodio, aveva chiamato la madre disperato ed era tornato a casa, dove poi fu raggiunto dai carabinieri e fermato.