





di Roberto Salotti
Un parere negativo, con 25 prescrizioni molto articolate che mirano a contestare l’impatto sul territorio e il patrimonio culturale e paesaggistico dell’Oltreserchio. E’ il no del Mibact all’opzione B1 per il riassetto e potenziamento dell’elettrodotto che invece la commissione di valutazione del Ministero dell’ambiente, nella fase di procedura di Via, ha valutato – con un parere non ancora definitivo – come la migliore e meno ’impattante’ per realizzare l’adeguamento della linea. Un’opera che per Terna è necessaria ad assicurare il fabbisogno energetico, ma per i cittadini di queste zone è ormai diventata una croce.
Il contrasto tra le posizioni dei due dicasteri è al momento l’unica buona notizia per quanti abitano la lingua di terra che si estende da Nozzano a Vecchiano e che sono i diretti interessati all’ipotesi di riassetto balzata in auge dopo lunghi mesi di ’silenzio’: è una delle tre alternative che la stessa Terna ha presentato come contraltare del nuovo elettrodotto contro cui si sono schierati però e in tempi non sospetti i cinque Comuni interessati. Quel movimento dal basso che negli ultimi anni era stato capitanato dal comitato Starc oggi sembra tuttavia diviso e per così dire ridotto solo a quanti direttamente interessati dall’ipotesi tracciato. Tanto che all’assemblea di questa sera, non si è visto nessun rappresentante della formazione di cittadini con cui si era schierata anche la famiglia Marcegaglia.
Una assenza che si è notata ed è stata sottolineata non soltanto dai rappresentanti dei cittadini ma anche dai politici e rappresentanti delle amministrazioni presenti stasera (13 aprile) al centro polivalente di Nozzano. E’ qui che l’assessore all’ambiente del Comune di Lucca, Francesco Raspini, ha informato i cittadini della situazione di ’conflitto’ attuale tra Ministeri, tale per cui la parola, con molta probabilità, dovrà passare al consiglio dei ministro (quando verrà formato). “Siamo stati colti di sorpresa dalla notizia del parere della commissione per la Via – ha affermato Raspini -, ma ci siamo immediatamente mossi con le nostre avvocature per chiarire la situazione”.
Ed è stato così che è emersa l’attuale situazione di ’stallo’ che nell’ottica delle amministrazione coinvolte, gioca a favore del territorio: “E se anche così non fosse – ha aggiunto Raspini – siamo pronti a presentare un nuovo ricorso al Tar contro il parere del ministero e, se sarà dato il case, anche contro quello del Consiglio dei ministri. Questo non ci spaventa perché il nostro obiettivo è difendere il territorio: non sceglieremo mai una opzione rispetto all’altra, creando cittadini di serie B e cittadini di serie A”.
Nella situazione che si è determinata, con il parere contrario delle Belle Arti il ministero dell’ambiente ha le mani legate. Il pronunciamento della commissione per la valutazione dell’impatto ambientale non è definitivo e non può diventarlo a causa del disaccordo tra ministeri. “L’unica possibilità è che sul caso decida la presidenza del Consiglio dei ministri – ha spiegato Raspini – e a quel punto saremo curiosi di capire come si comporteranno le forze politiche che anche qui sono venute a dire pubblicamente di essere contrarie all’elettrodotto nell’Oltreserchio”.
Raspini ha ripercorso i vari passaggi del travagliato iter scattato dopo la presentazione del primo progetto di Terna. Dalle integrazioni, con le tre ipotesi progettuali, fino ai ricorsi presentati dalla società contro il Pit regionale (al presidente della Repubblica, poi traslato al Tar su richiesta della Regione, con comuni e comitati dalla sua parte) e l’altro, sempre al tribunale amministrativo regionale, per impugnare i pareri negativi delle commissioni ambientali delle cinque amministrazioni coinvolte. Ora il ’colpo’ di scena, con il parere positivo nei confronti dell’alternativa B1 che, in sostanza, partendo dal tracciato esistente prevede la realizzazione di una centrale di trasformazione di 13mila metri quadrati a Filettole, tra i comuni di Vecchiano e Lucca, e la realizzazione di due raccolti tra i tralicci esistenti e la nuova centrale. “Ci eravamo espressi contrariamente anche a questa ipotesi – ha ricordato Raspini -, ora scopriamo, leggendo le carte, che qualche comitato ha fatto capire che Terna poteva andare avanti su certe posizioni, al contrario di quanto in questa sede veniva affermato. Ci siamo resi conto che c’è stato una sorta di disallineamento tra i comitati nel dire no a Terna”.
Il parere della commissione espresso il 16 marzo scorso, “non è assolutamente definitivo”, ha osservato ancora Raspini. “Il parere del Mibact – ha aggiunto il consigliere regionale del Pd e presidente della commissione infrastrutture e ambiente, Stefano Baccelli – non è discordante ma contrario a quello dato dalla commissione del ministero dell’ambiente. Siamo di fronte a due posizioni conflittuali e questo è anche il frutto di un lavoro puntuale fatto dalle amministrazioni coinvolte. In questo caso, ravvedo una ulteriore forzatura nel fatto che si sia prodotto un parere da parte del ministero senza che sul progetto e sulle sue alternative sia ancora stato dato un parere da parte della Regione. Questo avviene in tutte le procedure di questo genere. Come Regione continueremo a seguire la vicenda, ad approfondirla e a studiare le prossime mosse da fare. Fin dal 2015 ci siamo attivati, quando Terna presentò il ricorso straordinario al presidente della Repubblica contro il Pit. Quei tracciati, compresa l’opzione B1, continuano a non essere conformi al piano paesaggistico e questo continuerà ad essere difeso in tutte le sedi”. Poi la stilettata al comitato Starc: “E’ bene che i comitati siano coerenti con quanto viene detto e fatto pubblicato – osserva – le assenze di questa sera non sono un bel segnale rispetto ad una battaglia per il territorio che deve essere comune”.
E’ d’accordo anche il sindaco di Vecchiano, Massimiliano Angori: “Il parere negativo che hanno dato i Comuni è più che fondato – ha spiegato – ed il territorio ora più che mai deve manifestarsi compatto nel no. Per questo sto incontrando anche le altre amministrazioni coinvolte perché continuino a far sentire la propria voce. Adesso vedremo come si compiterà il nuovo governo rispetto alla questione dell’elettrodotto”.
Per i cittadini la notizia del parere della commissione per la Via è stato un fulmine a ciel sereno, ma si può dire ormai che la frattura tra i comitati attorno ai tralicci si è consumata. Ma c’è anche un problema che resta irrisolto, ed è quello di chi i tralicci li ha già sulla testa e che da anni fa battaglia contro le emissioni. Si tratta dei cittadini di Maggiano, Nozzano San Pietro e i paesi limitrofi per i quali l’opzione B1 non porterebbe alcuna soluzione.