Bullismo, studenti Itc fra incredulità e condanna

18 aprile 2018 | 12:17
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Bullismo, studenti Itc fra incredulità e condanna

C’è chi resta incredulo e chi, invece, prova a sdrammatizzare: è un corpo studenti quasi esattamente spaccato a metà, quello dell’Itc Carrara di Lucca, dopo la risonanza mediatica nazionale che ha tristemente coinvolto la scuola superiore, successivamente al caso di bullismo di un alunno del secondo anno nei confronti del suo professore.
Proprio stamani il dirigente scolastico, il professor Cesare Lazzari, si è recato in questura per discutere del caso e, già per venerdì prossimo, è stato fissato un consiglio d’istituto straordinario, al fine di vagliare i provvedimenti necessari. Lo studente, viene fatto sapere, sarebbe pentito per il suo comportamento: l’indicibile arroganza manifestata nei confronti del professore, con quei Mi metta sei urlati e l’ancor più grave Chi è che comanda qui? Si metta in ginocchio ha, del resto, fatto il giro di social e tv. Non abbastanza però, secondo quello che filtra, per evitare che vengano presi seri provvedimenti nei suoi confronti, così come verso la classe, rimasta colpevolmente inerte ed omertosa.

“E’ stata una cosa stupida – prova a gettare acqua sul fuoco un gruppetto di diciottenni all’uscita di scuola oggi – ma, proprio per questo, gli daremmo il peso che merita. Non conosciamo personalmente il ragazzo, né chi ha girato il video, ma ci pare una situazione nata con spirito goliardico, che poi è degenerata”.
Non è affatto dello stesso avviso Valentina, che quest’anno ha la maturità e non è felice della cattiva pubblicità per l’istituto che frequenta: “Non possiamo lasciare – afferma – che il comportamento di una manciata di stupidi getti fango su una scuola in cui, personalmente, mi sono sempre trovata benissimo. In cinque anni – ricorda – non ho mai assistito ad episodi di bullismo, né verso gli alunni né verso gli insegnanti. Il provvedimento? Per me deve essere esemplare e la classe non è meno colpevole. Del resto l’omertà è una delle piaghe di questo paese”.
Per altri, ancora, sarebbe stato solo e soltanto il canale mediatico ad ingigantire un episodio altrimenti grave, ma non abbastanza da sollevare un polverone a livello nazionale: “Lo ha detto anche il preside – sostengono due studenti, Marco e Filippo, mentre aspettano la circolare sotto la pensilina davanti alla scuola – che questi sono comportamenti che riguardano strettamente la sfera adolescenziale. Il ragazzo ha sbagliato, così come i suoi compagni, ma pensiamo che alla base di tutto ci sia un difetto di maturità. Una classe particolarmente problematica? Ne abbiamo sentito parlare, sì, ma non li conosciamo di persona”.
Una tesi, quest’ultima, rintuzzata dall’idea di Carolina e Giada, che tuttavia tendono la mano, in qualche modo: “E’ evidente – osservano – che questo ragazzo deve avere qualche problema già a livello familiare, perché la prima educazione nasce lì. Va punito in modo severo, sicuramente, ma non siamo per la sua espulsione: la scuola deve compiere anche l’altra parte del processo. Come dire: se sbagli devi imparare che paghi, ma poi ti aiutiamo a ritrovare la strada, concedendoti un’altra opportunità, anche perché sei un minorenne. Pensiamo infatti – concludono – che i riflessi psicologici possano gettarlo in uno stato di ulteriore confusione: il suo volto è finito ovunque, in tutta Italia. Alla fine, quello che ha fatto gli si è rivoltato contro”.

Paolo Lazzari