
Sono sette gli studenti iscritti nel registro degli indagati dalla procura dei minori di Firenze che ha aperto un’inchiesta sull’episodio del prof minacciato e insultato dagli alunni all’Itc Carrara e filmato in 4 video poi diffusi in rete. Il numero degli indagati, tuttavia, potrebbe ancora crescere e in particolare ad uno degli studenti potrebbe anche essere contestato il tentato furto dell’Ipad, il registro elettronico di classe che in una delle riprese incriminate tenta di strappare dalle mani dal docente di italiano e storia.
Ma sono in totale almeno dieci gli studenti su cui si stanno concentrando le indagini e la cui posizione è attualmente al vaglio. L’inchiesta, infatti, pur essendo ai suoi albori sta cercando di fare luce su altri episodi segnalati all’interno della stessa classe e che stanno emergendo in queste ultime ore. Casi e circostanze ancora tutte da riscontrare ma che, se confermate, potrebbero far ipotizzare altri casi di bullismo ai danni del medesimo professore e finora rimasti sepolti nell’indifferenza o, peggio, nella complicità dei compagni di classe.
Indagini su altri casi di bullismo. Episodi che si aggiungerebbero a quelli emersi dai 4 video diffusi, in circostanze che gli inquirenti intendono verificare nel dettaglio. C’è, però, più che un sospetto che quelli immortalati dai filmati non siano casi isolati.
Anche le posizioni dei singoli studenti indagati verranno definite nel proseguo delle indagini. Perché al momento le ipotesi di reato sono variegate, e vanno dalla violenza privata, alle minacce, fino alla diffusione dei video sulla rete.
Ai giovani finora indagati, tutti 15enni e della stessa classe del biennio dell’istituto tecnico commerciale, gli inquirenti contesterebbero anche l’aggravante di aver agito nella consapevolezza che quel prof, in quella circostanza, non avrebbe reagito.
Una inchiesta quella della procura dei minori di Firenze che sta appena muovendo i primi passi ma che lentamente sta facendo luce su una storia di disagio e particolarmente delicata. “Colpevoli ma non pericolosi socialmente”, suggerisce il preside Cesare Lazzari.
In città Le Iene e gli inviati della D’Urso. Le loro angherie al prof, riprese in quei quattro filmati e finite ovunque nella rete e nei tg o quotidiani nazionali, si sono rivolte come un boomerang contro di loro. Tanto che alcuni dei giovani riconoscibili in video non sono più tornati a scuola. In queste e nelle prossime ore saranno ascoltati dai magistrati che indagano sulla vicenda che sta avendo un’eco nazionale.
Tutti loro, ma anche gli studenti che non sono coinvolti e gli insegnanti della scuola ormai si sentono sotto assedio dei media. L’attenzione mediatica sulla vicenda è stata amplificata dai video la cui diffusione sul web è ormai inarrestabile. In città questa mattina sono arrivate le troupe televisive de Le Iene e gli inviati di Domenica Live di Barbara D’Urso che hanno assediato la scuola, per parlare con docenti e studenti.
Docente chiuso nel silenzio. Il professore, che si è chiuso nel silenzio con i media, ieri è stato sentito dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Un colloquio difficile per lui, che ha tuttavia aiutato gli inquirenti a contestualizzare il grave episodio avvenuto nella scuola lucchese.
Tra l’altro alcuni anni fa il docente ha dovuto affrontare alcuni problemi di salute che lo hanno tenuto per qualche tempo lontano dall’insegnamento. Non un dettaglio, per gli inquirenti, secondo quanto trapela dalle indagini su cui la procura dei minori ha chiesto il massimo riserbo.
Nel pomeriggio il consiglio di classe della scuola deciderà i provvedimenti per gli studenti coinvolti. Punizioni che si annunciano come esemplari: alcuni saranno sospesi fino alla fine dell’anno scolastico e rischiano la bocciatura. Le decisioni sulle misure più “drastiche” dovranno comunque essere confermate dal consiglio d’istituto convocato per domani (21 aprile).