False spose per soldi: in 3 davanti al gup

24 aprile 2018 | 12:44
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False spose per soldi: in 3 davanti al gup

I “promessi” sposi si avvicinavano al celebrante senza scambiarsi uno sguardo, figuriamoci un bacio o una parola. Arrivavano da due mondi completamente diversi, e nessuno dei due conosceva la lingua dell’altro. L’amore era solo una finzione sullo sfondo della disperazione e dello sfruttamento, ma nessuno dei due aveva bisogno di sforzarsi troppo. Bastava presentarsi all’appuntamento in Comune, dire sì e poi ognuno per la sua strada. Un po’ come il George Faure interpretato da Gérard Depardieu in Green Card, il film di Peter Weir degli anni 90 che parlava di un matrimonio combinato per ottenere la carta verde e soggiornare negli Usa. Ma a Lucca, a differenza del film, non sbocciava l’amore ma si trattava soltanto di un affare economico. Che, per gli inquirenti, era gestito da un’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Con questa accusa il pm Antonio Mariotti, titolare dell’indagine condotta dagli investigatori della squadra mobile di Lucca ha chiesto il rinvio a giudizio di Meghi Reinart, 34 anni, originaria di Pietrasanta ma residente a Montemurlo. E’ accusata, insieme ad una complice, di aver reclutato uomini o donne disposte a sposare disperati profughi kosovari in cambio di denaro, che poteva costare loro dai 25 ai 30mila euro. In cambio di un amore fasullo avrebbero ottenuto la cittadinanza italiana.
Insieme a lei, il prossimo 18 maggio davanti al gup Riccardo Nerucci compariranno anche due false spose: si tratta, per l’accusa, di Sidni Reinard, 22 anni, detta Tiscia: nata a Prato e residente a Montemurlo, e di Veronica Haldaras, 31 anni, romana. Secondo gli inquirenti, infatti, le due si sarebbero prestate a contrarre matrimoni fasulli in cambio di cifre che oscillavano dai 4 a 6mila euro. Soltanto per presentarsi in Comune e dire un sì, senza guardare nemmeno in faccia lo sposo. La posizione di altri 10 indagati era stata stralciata e tutti sono stati già giudicati separatamente. Restavano le ultime tre donne, una delle quali, la Reinart, secondo gli inquirenti aveva un ruolo di primo piano nella gang.
L’operazione condotta nel 2017 dalla polizia non poteva che chiamarsi Promossi sposi, dal celebre romanzo di Manzoni. Ma nel caso dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Antonio Mariotti non c’era nessun matrimonio contrastato. Anzi, tutto era predisposto e ben organizzato affinché si arrivasse al sì. Perfino l’assistenza legale era dispensata dalla gang, quando le prime unioni fasulle erano state scoperte e le donne, tutte sinti e residenti tra Lucca, Prato e Montemurlo, furono interrogate e perquisite.
Le donne che reclutavano le future spose promettevano loro dai 4 ai 6mila euro, per uno sforzo relativamente insignificante: dire sì ad un uomo che non avevano mai visto e che non avrebbero probabilmente più visto in vita loro dopo averlo sposato.
Matrimoni farsa in Comune. I primi matrimoni farsa vengono celebrati proprio a Lucca, in Comune, secondo quanto ricostruito nell’indagine. E’ il 22 luglio del 2015 quando la prima coppia varca la soglia di Palazzo Orsetti. Lui arriva con qualche parente, lei invece indossa abiti casual ma si ricorda di mettere almeno i tacchi. Forse per salvare un minimo l’apparenza. Nessuno ci fa troppo caso, e la cosa è fatta. Stesso copione il 30 settembre dello stesso anno, sempre a Lucca. Ma la polizia ha già iniziato ad indagare, scopre l’inganno e ferma la sposa novella. Accade più o meno questo anche il 25 febbraio 2016 al Comune di Capannori. A quel matrimonio ci sono anche gli investigatori che osservano da lontano l’arrivo degli sposi che dopo la celebrazione si allontanano senza salutarsi. Lei, bloccata poi dagli agenti, risponde seccata che deve andare a pranzo al ristorante con il compagno, poi però si rende conto di essere stata scoperta e si corregge: ama davvero l’uomo che ha appena sposato.
Ma gli agenti che ascoltano queste storie almeno dieci volte non credono a nessuna di loro. E le indagini a quel punto si sviluppano con pedinamenti ma anche con le intercettazioni.