Falso progetto con la Scala: pedagogista a giudizio

30 aprile 2018 | 12:35
Share0
Falso progetto con la Scala: pedagogista a giudizio

E’ una vicenda, per certi versi, da palcoscenico quella che hanno portato alla luce gli investigatori della guardia di finanza di Lucca: il teatro c’è, ed è niente meno che La Scala di Milano. Ma il prestigioso ‘sipario’ non è affatto il committente di un raggiro ordito da una psicopedagogista lucchese, con la complicità di uno psichiatra, anche lui abitante nella Piana. I due professionisti si sono sì prestati ad una ‘parte’, ma evidentemente non avevano previsto il colpo di scena. Che è arrivato quando le fiamme gialle hanno scoperto che la fattura per una presunta consulenza ad un fantomatico progetto realizzato dalla pedagogista per La Scala – ovviamente istituzione assolutamente estranea all’indagine – era assolutamente falsa, come il ‘progetto’ che, per l’accusa, non era mai esistito.
Una messa in scena dall’inizio alla fine, secondo l’accusa: l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Lucca Lucia Rugani è conclusa e venerdì scorso (27 aprile) è approdata davanti al giudice per le udienze preliminari, Riccardo Nerucci, che ha rinviato a giudizio i due professionisti lucchesi.

Il processo inizierà il prossimo 20 settembre davanti al giudice monocratico. Stando alle indagini, ad ordire l’inganno per evitare le imposte sui redditi, sarebbe stata una psicopedagogista, 46 anni, di Lucca: la donna è accusata di dichiarazione fraudolenta, presentata all’agenzia delle entrate sulla base di una fattura (e dei relativi documenti) risultati falsi. Secondo quanto all’epoca ipotizzarono i finanzieri, la donna si era fatta emettere una fattura da un amico psichiatra – anche lui alla sbarra ma con l’accusa di emissione di fatture per operazioni inesistenti – per un importo di 130.372 euro, più qualche spicciolo.
Si trattava, secondo la documentazione ritenuta falsa dagli inquirenti, di un “acconto su assistenza e consulenza – si leggeva nella fattura incriminata – per progetto Teatro La Scala Milano”. Una fattura, per l’accusa, emessa nel dicembre del 2013, per operazione inesistente e di fatto, si è ritenuto, non pagata.
In questo modo però secondo i finanzieri, la professionista lucchese avrebbe dichiarato una perdita d’esercizio di oltre 79mila euro per il periodo d’imposta del 2013, evadendo quindi le imposte sul reddito.