
Gli era stato concesso il permesso di allontanarsi da casa soltanto per recarsi al lavoro nel negozio di parrucchiere di Viareggio. Quella modifica della misura degli arresti domiciliari nei confronti di Anthony Caturano, il giovane di 24 anni di Torre del Lago accusato di aver travolto e ucciso in Darsena, la notte del 4 febbraio scorso, il benzinaio di 20 anni di S. Macario, Andrea Lucchesi, ferendo gravemente anche l’amico Fabio Biagini, 25 anni, di S. Anna, è stata impugnata dalla procura e in particolare dal sostituto procuratore Salvatore Giannino, che ha presentato appello per chiederne la revoca. Il caso è finito questa mattina (7 maggio) davanti al Tribunale del Riesame di Firenze, che si è al momento riservato.
All’udienza per Caturano si è presentata la collaboratrice dell’avvocato Fabrizio Miracolo, che difende il giovane parrucchiere, Laura Servetti, e che ha contestato le osservazioni della procura alla base dell’appello stesso. Sostanzialmente il pm ha contestato il fatto che il permesso di lavoro può essere concesso soltanto in casi di grave e assoluta indigenza. L’avvocato Miracolo, dal canto suo, ha fatto notare come “il permesso concesso a Caturano” non sia da ritenersi “una sostituzione della misura degli arresti domiciliari, bensì una sua modifica. Ho prova documentale – aggiunge – che il padre è disoccupato e che quello di Anthony è l’unico stipendio nella sua famiglia. La procura ha obiettato che al ragazzo sono state concesse troppe ore fuori casa, ma lui abita a Torre del Lago, non ha l’auto perché senza patente e con trasporti pubblici insufficienti per lui spesso è difficile fare rientro a casa per la pausa pranzo”.
Caturano, che si è detto pentito di quanto successo e che ha pianto di fronte al gip, resta comunque in regime degli arresti domicilari. Il giovane di Torre del Lago si era allontanato dopo aver travolto con la Lancia Y intestata ad un parente i due amici Lucchesi e Biagini, mentre uscivano da un locale della Darsena a Viareggio. Erano circa le 4,45 e la notte di divertimenti di un gruppo di ragazzi lucchesi era finita in tragedia. Nonostante infatti la corsa disperata delle ambulanze al pronto soccorso dell’ospedale unico della Versilia, Lucchesi morì qualche ora dopo, quando si stava tentando di trasferirlo con l’elicottero agli Spedali riuniti di Livorno. L’amico Fabio, invece, dopo alcune settimane, è stato dimesso. Caturano fu individuato poco dopo l’incidente dai carabinieri, grazie alle testimonianze di alcuni presenti e alla targa ripresa dalle telecamere di videosorveglianza. Il giovane, dopo il terribile episodio, aveva chiamato la madre disperato ed era tornato a casa, dove poi fu raggiunto dai carabinieri e fermato.
“I due giovani che si trovavano con lui a bordo dell’auto – fa notare tuttavia l’avvocato Miracolo – hanno dichiarato che sì avevano bevuto ma hanno escluso categoricamente di aver assunto droghe. Entrambi poi dicono che sia Lucchesi che Biagini erano in mezzo alla strada quando se li trovarono davanti dopo una curva chiusa. Caturano restò pietrificato e sotto choc, tanto che uscì dall’auto e proseguì a piedi”. Chiamando poi la madre per farsi venire a prendere.