
Due sono stati interrogati oggi (8 maggio), gli altri lo saranno nei prossimi giorni fino a venerdì. E’ iniziata in questura la ‘passerella’ dei sei studenti minorenni dell’Itc Carrara di Lucca, accusati di minacce e violenza privata nei confronti del professore di italiano e storia.
Accompagnati dai genitori, hanno avuto un colloquio con gli inquirenti in un ambiente protetto alla presenza di due psicologi per sostenerli di fronte ad una situazione piuttosto delicata da affrontare. Si tratta di 15enni che hanno dovuto affrontare anche settimane di tensione e attenzione mediatica, e che devono rispondere delle accuse che muove loro la procura di Firenze.
Per questo, da parte degli inquirenti della squadra mobile di Lucca a cui gli interrogatori sono stati delegati, c’è il massimo riserbo.
I primi due giovani accusati di aver preso parte alle violenze al prof, riprese in 4 video poi diffusi sulla rete, sono stati messi di nuovo di fronte ai gravi fatti avvenuti in classe lo scorso 10 aprile. Già avevano avuto modo di scusarsi e mostrare pentimento nel corso del faccia a faccia con il consiglio di classe che poi aveva proposto le punizioni, caso per caso.
Gli altri saranno interrogati nell’arco dei prossimi tre giorni, con l’obiettivo di raccogliere la loro versione dei fatti e di avere eventuali nuovi elementi.
L’inchiesta della procura mira anche ad individuare coloro che hanno diffuso i video in rete. Su questo stanno svolgendo accertamenti gli agenti della polizia postale di Lucca che hanno sequestrato i telefonini dei ragazzi, nel corso delle perquisizioni svolte in collaborazione con la squadra mobile di Lucca. Finora, tutti avevano negato di aver diffuso quei video ma di essersi limitati a postarli in un gruppo ristretto di Whatsapp. Ma la situazione è sfuggita di mano quando i filmati sono arrivati ovunque, prima agli altri studenti della scuola e poi sulla rete. La scuola ha preso ormai già le sue determinazioni e ha punito i ragazzi, tre dei quali perderanno l’anno scolastico. Gli stessi che già, attraverso le famiglie, hanno fatto trapelare l’intenzione di volersi iscrivere in altre scuole all’inizio del prossimo anno scolastico.
Nel frattempo, saranno impegnati dalla scuola in una serie di attività e laboratori, dalla scrittura creativa e autobiografica a lavori di tipo manuale, per riflettere sull’accaduto e, come ha spiegato il preside della scuola Cesare Lazzari, riacquistare “rispetto nelle istituzioni e consapevolezza”.