


Un applauso scrosciante ha concluso l’incontro svoltosi oggi (9 maggio) a Palazzo Ducale con Umberto Galimberti, docente universitario, filosofo e psicoterapeuta, nonché collaboratore di Repubblica. Un successo la conferenza del professore, che purtroppo ha avuto un leggero malore in sala. E’ stato soccorso dal personale dell’ambulanza della Croce Rossa che lo ha condotto al pronto soccorso per accertamenti. Nonostante il malessere, in una sala Tobino gremita Galimberti ha tenuto una vera e propria lezione di vita a giovani e meno giovani, docenti, studenti e cittadini, spaziando dalla filosofia alla letteratura, dai veri valori della vita alle sue conflittualità fino all’importanza dei sentimenti e degli affetti. L’occasione è stata data dall’incontro intitolato La Parola ai Giovani promosso dalla Provincia e dal Comune di Lucca, dall’associazione di promozione sociale Oikos, dal Cantiere Giovani, dal Centro territoriale per l’inclusione all’Isi Machiavelli.
Tra una citazione in greco antico e un esempio di vita vissuta, tra un pensiero di Kant e di Hegel, e un riferimento al filosofo argentino contemporaneo Benasayag, Galimberti ha spaziato da un argomento all’altro parlando spesso, sotto varie sfaccettature, del difficile periodo dell’adolescenza, ma con l’obiettivo chiaro di far capire alla platea l’importanza della conoscenza, del sapere, dell’essere colti: “perché la povertà linguistica, ad esempio – ha detto – si traduce in povertà di pensiero e la povertà di pensiero produce danni. Se conosco posso scegliere in piena libertà. In ogni caso la conoscenza è la prima condizione per la libertà: non si è liberi se non si ha conoscenza”.
Rivolgendosi agli studenti Galimberti ha chiesto loro di non essere mai passivi nell’approccio alla vita. “Il futuro è vostro, è nelle vostre mani – ha detto appassionatamente -, prendetevelo, siate attivi e consapevoli anche se viviamo in una società difficile, piena di contraddizioni e ostacoli dove la scuola fa quel che può”. Ma soprattutto Galimberti, riferendosi anche al rapporto con la famiglia, ha messo l’accento sul concetto di identità che “è un dono sociale, un concetto che gli altri conferiscono alla persona (la scuola, gli amici, il luogo di lavoro). L’identità è fragilissima ed è per questo che genitori e mondo della scuola non devono minare la formazione di questa identità che poi si traduce in autostima, personalità e determinazione ad affrontare le situazioni che la vita pone davanti”. Dopo quasi due ore di ‘lezione’, Galimberti ha risposto infine ad alcune domande poste dagli studenti e dalle persone presenti in sala Tobino.