Tragedia nel lago, il 45enne tradito dalle onde forti

14 maggio 2018 | 12:18
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Tragedia nel lago, il 45enne tradito dalle onde forti

“Ho sentito un rumore forte e la barca è oscillata avanzando. Subito dopo ho sentito Carlo chiedere aiuto e quando mi sono voltato, l’ho visto dentro l’acqua che annaspava”. Sono i drammatici istanti dell’incidente al lago di Massaciuccoli dove ieri pomeriggio (13 maggio) ha perso la vita Carlo Tambellini, 45enne di Bozzano, morto annegato dopo essere stato sbalzato giù dal barchino rimasto in balìa delle onde forti (Leggi).

Attimi raccontati ai carabinieri di Massarosa dall’amico Emanuele Gori, che si trovava in barca con lui e che ha tentato disperatamente di salvarlo. Purtroppo, però, Tambellini non sapeva nuotare. Conosceva però il lago come le sue tasche. Lo frequentava ormai da quasi trent’anni, da quando era ancora ragazzino. Ieri, il lago lo ha tradito: lui stesso si era accorto che la situazione si stava mettendo male, per l’arrivo di un improvviso temporale. Il vento si era alzato e le acque torbide del lago avevano iniziato ad agitarsi. Putroppo, al momento della disgrazia Tambellini non indossava il giubbotto salvagente. Forse si sarebbe potuto salvare.
Tambellini era andato a prendere l’amico per portarlo sul lago e assistere al Palio dei barchini, come facevano ogni anno. Era arrivati alla Piagetta a Quiesa, dove Tambellini possedeva una baracca dove custodiva il suo barchino. Da qui, verso le 15,20 i due sono partiti: hanno percorso il canale per raggiungere il lago. Emanuele era a prua, mentre Tambellini si trovava a poppa. “Carlo – ha raccontato l’amico ai carabinieri – diceva che era avvicinarsi alla costa per evitare le onde forti”. Per questo arrivati in prossimità di alcune bilance vicino a Villa Ginori, i due si sono avvicinati alla terra ferma. Ma durante la manovra, Carlo è finito in acqua.
“Sono andato subito a poppa e ho afferrato il timone – ha raccontato l’amico di Carlo – ho cercato di girare l’imbarcazione per raggiungere il mio amico e soccorrerlo. A causa delle onde contrario non ci sono riuscito e ho deciso di staccare il motore per cercare di farlo remando”. Carlo era ancora a galla, ma in gravissime difficoltà. “Mi sono tolto alcuni indumenti e le scarpe e mi sono tuffato in acqua – ha raccontato l’amico – ma non sono riuscito a individuarlo”. Tambellini era già stata risucchiato dalle acque: l’amico si è immerso un paio di volte ma non riusciva a vedere nulla là sotto, a causa del fango. Allora l’amico è tornato a nuoto al barchino e da qui ha dato l’allarme ai carabinieri. Purtroppo le ricerche dell’amico si sarebbero poi concluso con il ritrovamento del suo cadavere.