
Proseguono i guai giudiziari per due tossicodipendenti lucchesi che hanno creato non pochi problemi di sicurezza ai familiari conviventi mettendo a repentaglio la loro incolumità. Per gli inquirenti sono colpevoli entrambi di maltrattamenti e violenza aggravata in famiglia.
Due episodi differenti per due diversi imputati per cui il gup del tribunale cittadino, Pezzuti, nelle diverse udienze ha preso decisioni differenti. L.S. classe ’95, è stato rinviato a giudizio e dovrà comparire davanti al giudice monocratico il prossimo 19 settembre. Il pm Mariotti gli contesta alcuni gravi episodi avvenuti in casa ai danni dei suoi genitori che avrebbe vessato, percosso e minacciato anche con l’utilizzo di coltelli da cucina, terrorizzandoli e rendendo loro la vita impossibile. Assuntore abituale di sostanze stupefacenti per sua stessa ammissione in sede di indagine avrebbe addirittura minacciato di morte il padre durante l’ennesimo alterco, sempre legato alla sua tossicodipendenza. Per lui il processo vero e proprio inizierà quindi a settembre.
Al termine di un’altra udienza preliminare, sempre il gup Pezzuti è giunto a differenti conclusioni nel caso di S.N., classe ’80, indagato anch’egli per minacce aggravate e violenza in ambito familiare. Per lui il giudice ha disposto una perizia psichiatrica e rinviato la decisione alla prossima udienza prevista per il 12 settembre prossimo. L’uomo avrebbe minacciato la madre e i fratelli più volte profferendo parole considerate border line dagli inquirenti. Da qui la richiesta di perizia medica, disposta dal giudice, per stabilire la capacità reale di intendere e volere dell’indagato. In uno degli ultimi episodi avrebbe dato in escandescenza urlando contro la nipote, scagliandola a terra, e affermando che, trattandosi “di un’ebrea appartenente all’Isis”, meritava di morire. Compito dei medici indicati dal tribunale ora stabilire il suo effettivo stato di salute.
Vincenzo Brunelli