
Gli studi irlandesi non bastano a superare l’anno scolastico. Uno studente termina il quarto anno del liceo in Irlanda e al ritorno a Lucca chiede al suo vecchio istituto di essere ammesso al quinto anno ma dopo l’esame integrativo viene bocciato. Ostinato a far valere quello che crede essere un suo diritto presenta ricorso ai giudici amministrativi. Nei giorni scorsi anche il Consiglio di Stato gli ha dato torto scrivendo la parola fine al contenzioso amministrativo e all’intera vicenda. Un fatto che risale al 2011 e che solo oggi ha concluso il suo iter giudiziario. Lo studente in questione ha dovuto ripetere l’anno ma ora sta frequentando regolarmente l’università.
I giudici amministrativi di Palazzo Spada hanno scritto in sentenza che il periodo trascorso all’estero è sì valido ai fini degli scrutini, ma non sostituisce gli stessi né, tanto meno, ne predetermina l’esito. “Peraltro, una tale conclusione contrasterebbe frontalmente con i principi dettati dalla sovraordinata disciplina primaria e, in particolare, dall’articolo 192, comma 3, del decreto legislativo 297 del 1994, a tenore del quale il consiglio di classe può consentire l’iscrizione di giovani provenienti dall’estero, i quali provino, anche mediante l’eventuale esperimento nelle materie e prove indicate dallo stesso consiglio di classe, sulla base dei titoli di studio conseguiti in scuole estere aventi riconoscimento legale, di possedere adeguata preparazione sull’intero programma prescritto per l’idoneità alla classe cui aspirano”.
Le prove sono state volte ad accertare le competenze dell’alunno in ordine alle materie, in tutto o in parte, non trattate all’estero o, comunque, trattate in maniera incongrua rispetto ai programmi nazionali: i relativi risultati, dettagliatamente riportati nel verbale del Consiglio di classe hanno evidenziato conoscenze e competenze decisamente inadeguate che hanno impedito l’ammissione alla classe successiva. Massima autonomia dunque agli istituti che prevedono per statuto le verifiche in caso di studi effettuati all’estero, anche se per pochi mesi. Il giovane studente frequentante la quarta classe di un liceo cittadino aveva trascorso l’intero secondo quadrimestre presso una scuola irlandese: al suo rientro era stato sottoposto ad una serie di prove, al cui esito il Consiglio di classe ne aveva deliberato all’unanimità la non ammissione alla classe successiva. La sentenza dei giorni scorsi ha chiuso la vicenda processuale.
Vincenzo Brunelli