Revocato permesso di lavoro all’investitore di Andrea

23 maggio 2018 | 15:40
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Revocato permesso di lavoro all’investitore di Andrea

Gli era stato concesso di uscire di casa per recarsi al lavoro, nello studio di un barbiere di Viareggio. Quel provvedimento firmato dal gip di Lucca, Giuseppe Pezzuti, su richiesta dell’avvocato Fabrizio Miracolo, per il tribunale del Riesame è da revocare. I giudici infatti hanno accolto il ricorso del pm contro il permesso concesso a Anthony Caturano, il giovane parrucchiere 24enne di Torre del Lago, arrestato per aver travolto e ucciso la notte del 4 febbraio scorso, in Darsena, il benzinaio lucchese Andrea Lucchesi e aver ferito l’amico Fabio Contro il provvedimento del Riesame, tuttavia, potrà essere presentato ricorso in Cassazione. Fino a quel punto l’esecutività del provvedimento del tribunale è comunque sospesa.

Il pm aveva contestato il fatto che il permesso di lavoro può essere concesso soltanto in casi di grave e assoluta indigenza. L’avvocato Miracolo, dal canto suo, aveva fatto notare come “il permesso concesso a Caturano” non sia da ritenersi “una sostituzione della misura degli arresti domiciliari, bensì una sua modifica”.
Caturano, che si è detto pentito di quanto successo e che ha pianto di fronte al gip, resta comunque in regime degli arresti domicilari. Il giovane di Torre del Lago si era allontanato dopo aver travolto con la Lancia Y intestata ad un parente i due amici Lucchesi e Biagini, mentre uscivano da un locale della Darsena a Viareggio. Erano circa le 4,45 e la notte di divertimenti di un gruppo di ragazzi lucchesi era finita in tragedia. Nonostante infatti la corsa disperata delle ambulanze al pronto soccorso dell’ospedale unico della Versilia, Lucchesi morì qualche ora dopo, quando si stava tentando di trasferirlo con l’elicottero agli Spedali riuniti di Livorno. L’amico Fabio, invece, dopo alcune settimane, è stato dimesso. Caturano fu individuato poco dopo l’incidente dai carabinieri, grazie alle testimonianze di alcuni presenti e alla targa ripresa dalle telecamere di videosorveglianza. Il giovane, dopo il terribile episodio, aveva chiamato la madre disperato ed era tornato a casa, dove poi fu raggiunto dai carabinieri e fermato.