
Due anni fa aveva dato in escandescenze sequestrando i medici in una stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore, nei giorni scorsi la suprema Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso confermando la condanna. Constantin Daniel Hosu, 36 anni, di origine rumene, era stato arrestato nell’immediatezza dei fatti dalla polizia e aveva proposto e ottenuto il patteggiamento della pena al tribunale di Lucca a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Pena divenuta ora definitiva. L’uomo, ricoverato nella struttura sanitaria, aveva prima rotto uno specchio di uno dei bagni del reparto, mimando gesti di autolesionismo, e ha poi aveva anche divelto un tavolo utilizzandone le gambe metalliche come un’arma per minacciare i medici e gli infermieri intervenuti a sedarlo, costringendoli a restare nella stanza.
A nulla, infatti, erano serviti i vari tentativi del personale sanitario, per rassicurare l’uomo che in preda al delirio aveva continuato a devastare il reparto, urlando di voler parlare con la sua ex ragazza, e che, ad un tratto aveva intimato all’intero personale presente di entrare in un’altra delle stanze del reparto intimando a tutti di non muoversi. Da qui poi l’accusa di sequestro di persona e la condanna in sede penale. A quel punto, una delle infermiere presenti, alla richiesta dell’uomo di consegnargli i cellullari, si era offerta di dargli il proprio che si trovava in un’altra stanza. Riuscendo ad uscire era poi riuscita anche agevolmente a dare l’allarme e ad avvertire il 113. La polizia era intervenuta arrestandolo. Le sue condizioni di salute e le circostanze, senza conseguenze per tutti i presenti, hanno evidentemente indotto i giudici a comminargli una pena comunque non eccessivamente severa per i reati contestati.
v.b.