Istigazione alla corruzione, condannato imprenditore

29 maggio 2018 | 14:23
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Istigazione alla corruzione, condannato imprenditore

E’ stato condannato a quattro mesi di reclusione per istigazione alla corruzione: così ha deciso il gup Antonio Aracri nei confronti del noto imprenditore fortemarmino Giovacchino Raffaelli, 80 anni, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche e gli sconti di pena previsti dal rito abbreviato.

Parte lesa nel processo istruito davanti al giudice per le udienze preliminari dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Enrico Corucci, titolare dell’inchiesta, l’ex vice sindaco del Comune di Pietrasanta Daniele Mazzoni a cui l’imprenditore offrì una mazzetta da 10mila euro che il politico non soltanto rifiutò. Mazzoni infatti andò dritto dai carabinieri a denunciare dopo che il 10 giugno del 2016, all’epoca dell’amministrazione Mallegni, fu avvicinato da Raffaelli che gli chiese di incontrarlo in un bar, dove prima di andarsene lasciò 10mila euro all’interno di un quotidiano. Secondo l’accusa il suo obiettivo era quello di convincere Mazzoni ad intercedere per lui per risolvere alcuni ostacoli amministrativi per la realizzazione di una piscina allo stabilimento balneare Rosina di cui l’imprenditore era concessionario e per altri lavori strutturali. Mazzoni però, dimostrando senso civico e onestà, andò subito a denunciare, sostenuto in questo dall’allora sindaco Massimo Mallegni. Da qui partì l’indagine dei carabinieri e il processo arrivato a sentenza oggi davanti al gup. Per Raffaelli il giudice ha disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici per il periodo della pena (che è stata comunque sospesa).