
Carcassa di un cane all’interno di una valigia abbandonata nel canale Burlamacca. È questa la macabra scoperta fatta dalla Capitaneria di Porto.
La segnalazione era giunta dagli operatori subacquei della ditta Lenci Sub, che, mentre navigavano lungo il canale Burlamacca a bordo del mezzo nautico da lavoro – all’altezza del museo della marineria – hanno urtato una valigia semirigida di plastica che affiorava a pelo d’acqua, dalla quale, seppur chiusa, proveniva un forte cattivo odore. Una volta recuperata la valigia, con la collaborazione del personale di Sea Ambiente, i militari hanno proceduto a verificarne il contenuto. All’interno, ben chiusa in un sacco nero, la carcassa di un cane meticcio, deceduto certamente alcuni giorni prima ma non ancora in avanzato stato di decomposizione.
Una volta informata l’autorità giudiziaria, la carcassa è stata trasportata al canile Comunale di Viareggio, per verificare l’eventuale presenza del chip elettronico sottocutaneo con i dati di identificazione e registrazione all’anagrafe canina: in effetti, il controllo ha permesso di risalire al proprietario del cane. Inizialmente, il rinvenimento del cane all’interno di una valigia gettata in mare, ha fatto propendere gli inquirenti per l’ipotesi di maltrattamento d’animale, fattispecie di reato di cui all’articolo 544 ter del codice penale.
Mentre le indagini proseguivano all’anagrafe del Comune di Viareggio per risalire alla residenza del proprietario, la carcassa è stata quindi trasferita all’istituto zooprofilattico di Grosseto per l’esame necroscopico teso a stabilire con certezza le cause della morte. Proprietaria del cane una signora, da poco trasferitasi e attualmente residente in Svizzera, che però, poco prima di lasciare Viareggio, rintracciata dai militari della Capitaneria di porto ha ammesso di aver messo la carcassa del suo cane, morto per cause naturali, in un sacco nero e quindi nella valigia; avrebbe poi affidato la valigia ad un rigattiere di Viareggio, pagandolo 50 euro affinché lo seppellisse: non si spiegava, infatti, come fosse finito in mare. Il rigattiere viareggino, una volta rintracciato ed identificato, ha negato ogni circostanza.
Nel frattempo, la Capitaneria di porto ha acquisito i risultati delle analisi necroscopiche, secondo le quali “è presumibile che la morte dell’animale sia dovuta a cause naturali, ovvero ad un processo tumorale localizzato all’apparato respiratorio, non essendo evidenti altre alterazioni macroscopicamente riconducibili ad eventi lesivi.”
E’ stata esclusa, quindi, l’ipotesi del maltrattamento; i militari hanno tuttavia contestato alla proprietaria l’incauto ed illecito smaltimento della carcassa del povero animale, senza il rispetto delle prescrizioni del Regolamento Ce numero 1069/2009, violazione soggetta ad una salata sanzione amministrativa da 10mila a 70mila euro.