
Quando i carabinieri fecero irruzione nella loro sede per le perquisizioni, trovarono soltanto una scrivania e un computer: nulla che potesse far pensare ad una società operante nelle vendite online su larga scala. Nessun magazzino, nessun appoggio a spedizionieri. Da qui, tuttavia, per l’accusa, veniva gestito un maxi giro di truffe online su cellulari, computer e materiali elettronici che in appena due anni avrebbe fruttato almeno 600mila euro ai due amministratori di Italia Digital, che adesso, dopo le indagini della procura, sono stati citati in giudizio.
Daniela Simonetti, 52 anni, residente a Lammari e difesa dall’avvocato Pierpaolo Santini, amministratrice di diritto della società con sede legale in via di Tiglio a Lucca e il coamministratore Gianfranco Ciampi, 53 anni, residente a San Concordio, difeso dagli avvocati Santini e Paolo Mei, dovranno comparire il prossimo 16 novembre davanti al giudice monocratico Nadia Genovese, per rispondere dell’accusa di truffa. Secondo gli inquirenti, i clienti venivano adescati con offerte vantaggiose ma dopo l’acquisto la merce non sarebbe mai arrivata a destinazione.
L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Amodeo sotto la supervisione del procuratore Pietro Suchan ha stretto il cerchio attorno ai due amministratori di fatto, accusati di almeno 814 episodi denunciati dalle vittime. Il sospetto, tuttavia, è che il numero dei truffati sia destinato a salire.
Era facile, infatti, per l’accusa, adescare le vittime del raggiro: stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, attraverso fotografie pescate dal web, i due avrebbero pubblicato sul portale di vendite che oggi è stato oscurato annunci a prezzi stracciati di merce di svariato genere, dai cellulari smartphone fino a materiale elettronico e informatico. Truffe che, sempre stando all’accusa, sarebbero state compiute tra il 2014 e il 2015 ed emerse dalle segnalazioni e denunce degli utenti che lamentavano di non aver mai ricevuto a casa gli ordini acquistati ad Italia Digital. La denuncia tuttavia in molti casi arrivò alla procura dopo numerosi tentativi di mettersi in contatto con la società. Tentativi risultati spesse volte vani. La maggior parte delle truffe che la procura contesta a Simonetti e Ciampi sarebbero state compiute a Lucca e in provincia, ma ci sono anche alcuni casi segnalati dalla Toscana e da altre regioni. Attraverso indagini tecniche, gli inquirenti hanno ricostruito la rete, risalendo al portale internet di vendite online e ai suoi due amministratori che sono stati poi iscritti nel registro degli indagati.
Il caso, prima ancora di arrivare all’attenzione della procura, fece scalpore in città, perché molte delle presunte vittime organizzarono una mobilitazione sul web e su gruppi Facebook per mettere in guardia i consumatori e altri possibili clienti che avrebbero potuto finire nella rete della società. Per questo la procura ha disposto la diffusione della notizia anche in diversi quotidiani nazionali, sospettando che altre eventuali vittime ancora ignare possano presentare denuncia. Dei soldi tuttavia non è stata trovata ancora traccia: transitati sul conto corrente di una banca con sede a Lucca, indicato per i pagamenti degli acquisti online si sono ‘volatilizzati’.