Pena ai lavori socialmente utili: rinnovata convenzione

4 giugno 2018 | 14:24
Share0
Pena ai lavori socialmente utili: rinnovata convenzione

Al via altri 4 progetti relativi a lavori di pubblica utilità grazie alla proroga della convenzione tra la Provincia di Lucca e il ministero di giustizia e il tribunale cittadino. Oggi sono stati ammessi dall’ente ai lavori 4 cittadini lucchesi che avevano avuto problemi con la legge e a seguito di condanna penale avevano anche ricevuto disposizioni dal giudice di svolgere lavori di pubblica utilità in alternativa alla pena inflitta.

La legge 56/2014 Disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni attribuisce alle Province, quale funzione fondamentale, il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e la promozione delle pari opportunità;  pari opportunità sono principio giuridico inteso come assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza ed origine etnica, disabilità, età ed orientamento sessuale o politico.
“La Provincia di Lucca, per quanto sopra esplicitato, ritiene positivo – si legge nella determina – offrire esperienze socio riabilitative, attraverso la realizzazione di opportunità di lavoro di pubblica utilità. Constatata la possibilità prevista dalle norme di ospitare, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, persone che hanno subito condanne e dal tribunale inviate presso gli enti locali e le organizzazioni del terzo settore che ne fanno richiesta, allo scopo di espiare tutta o parte della loro pena; Dato atto che a tal fine la Provincia di Lucca ha rinnovato per il biennio 2018/19, con decreto del presidente della Provincia 76 del 6 dicembre 2017, apposita convenzione con il ministero della giustizia, tramite tribunale di Lucca”.
Il lavoro di pubblica utilità è una sanzione penale consistente nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti e organizzazioni di assistenza sociale o volontariato. La prestazione di lavoro, ai sensi del decreto ministeriale 26 marzo 2001, viene svolta a favore di persone affette da HIV, portatori di handicap, malati, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari; oppure nel settore della protezione civile, della tutela del patrimonio pubblico e ambientale o in altre attività pertinenti alla specifica professionalità del condannato. L’attività viene svolta presso gli enti che hanno sottoscritto con il ministro, o con i presidenti dei tribunali delegati, le convenzioni previste dall’articolo 1 comma 1 del decreto ministeriale 26 marzo 2001, che disciplinano le modalità di svolgimento del lavoro, nonché le modalità di raccordo con le autorità incaricate di svolgere le attività di verifica. Nei prossimi giorni saranno concordate le mansioni da svolgere per ognuno dei quattro imputati ammessi al servizio che in questo caso stanno scontando condanne, e ora riabilitazione, per reati legati a violazioni del codice della strada.

v.b.