
Belli, giovani e senza scrupoli. La banda di rapinatori, formata da due donne e due uomini, tutti ventenni e di bell’aspetto, era stata arrestata dai carabinieri la scorsa estate colti in flagranza durante una rapina. A dicembre avevano patteggiato davanti al gup del Tribunale cittadino pene tra i due e i tre anni di carcere e ora la suprema Corte di Cassazione ha respinto i loro ricorsi confermando le condanne. La banda, di origine napoletana, era capeggiata da Emanuele Esposito, condannato a tre anni di reclusione, che era già conosciuto dalle forze dell’ordine. Gli altri tre componenti, Roberto Manco, Mariarca Pelliccia e Rosanna Liparoti, sono stati condannati definitivamente a due anni di reclusione.
I giovani rapinatori, proprio approfittando dell loro bell’aspetto e grazie a modi cortesi e rassicuranti, secondo quanto ricostruito, riuscivano ad avvicinare le vittime prescelte senza problemi, per poi rapinarle di oggetti di lusso. Queste le modalità utilizzate dai 4 malviventi, ora condannati in modo defintiivo.
Nel 2017, una donna di 65 anni era stata aggredita e rapinata dell’orologio di lusso, un Patek Philippe in oro e brillanti del valore 35mila euro, mentre passeggiava in via Mazzini a Forte dei Marmi e una indagine lampo dei carabinieri aveva portato all’arresto dei quattro responsabili. Assalto al Forte, il nome scelto all’epoca per l’operazione eseguita dal Norm di Viareggio e dai carabinieri di Massarosa, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Mariotti.
I carabinieri poco prima della mezzanotte di una domenica di fine giugno dello scorso anno avevano iniziato a pedinare una coppia di giovani avvistata a bordo di uno scooter intestato a un uomo della provincia di Napoli, già conosciuto alle forze dell’ordine. Insospettiti i militari li hanno seguiti fino a Lido di Camaiore dove ad attenderli c’erano due donne: i quattro poi erano saliti su una Fiat 500 e ripartiti verso Forte dei Marmi, dove poi avevano preso di mira la donna di 65 anni. I malviventi le avevano strappato dal polso un orologio in oro tempestato di brillanti e poi erano fuggiti con l’auto imboccando la bretella dell’A11. Il Norm a quel punto aveva allertato i militari di Massarosa che avevano bloccato il traffico sull’autostrada fermando i malviventi, trovandoli con la refurtiva. L’orologio recuperato era stato poi restituito alla legittima proprietaria.
Vincenzo Brunelli