
Finge il sequestro della figlia e denuncia il fidanzato per violenza sessuale. Ma è tutto falso perché in realtà la giovane era fuggita di casa dopo essere rimasta incinta. Ma la giovane, comunque, ha vissuto un incubo ugualmente, perché costretta ad abortire dall’ex e dagli amici di lui. Al ritorno a casa la decisione di denunciarlo per sequestro e violenza salvo, ora, dover rispondere del reato di calunnia.
Questo l’esito di una articolata indagine, condotta anche con attività tecnica, grazie alla quale i carabinieri di Lucca hanno ricostruito l’intricata vicenda, legata alla scomparsa di una giovane di 20 anni, originaria dello Sri Lanka, ma residente a Lucca. La giovane, nel marzo scorso, dopo due settimane d’assenza, aveva presentato una denuncia per sequestro di persona e violenza sessuale nei confronti del fidanzato e di altri due amici, tutti connazionali.
Il padre della ragazza, un 44enne residente a Lucca, aveva in precedenza denunciato ai carabinieri la scomparsa della figlia della quale aveva perso le tracce, e successivamente la presunta segregazione e la violenza sessuale subita dalla giovane da parte di più persone durante la sua asserita prigionia. Le cure mediche a cui la ragazza era stata da subito affidata avevano confermato i rapporti sessuali e anche una gravidanza interrotta dopo circa sei settimane.
Ma i carabinieri hanno cercato per prima cosa di ricostruire il contesto familiare e di relazioni della ragazza. È stato così delineato un rapporto molto travagliato tra la giovane e il padre, la cui presenza nella vita della ragazza era molto ingombrante. Il rapporto si sarebbe incrinato dopo che la giovane era rimasta incinta. Il divieto di continuare a frequentare il padre del bambino aveva portato la ragazza ad allontanarsi da casa, salvo poi fare rientro alcune settimane dopo. A quel punto il padre, per vendicarsi di quanto accaduto e salvare la reputazione della figlia, aveva convinto la ragazza, assieme a una connazionale di 51 anni che viveva con loro, a presentare una denuncia per violenza sessuale e sequestro di persona all’indirizzo del suo fidanzato e di altri due giovani che l’avevano aiutata a nascondersi, tutti originari dello Sri Lanka, residenti a Lucca, rispettivamente di anni 21, 32 e 27.
Dopo pochi giorni però, la ragazza, presa dal rimorso, è fuggita nuovamente di casa, ma questa volta si è rivolta ai carabinieri. Ai militari ha confessato di non essere stata sequestrata, né violentata, ma ha accuato il fidanzato e i suoi amici di averle somministrato a sua insaputa un farmaco per indurla all’aborto. Circostanza che i carabinieri hanno riscontrato, mentre parallelamente hanno tentato di individuare anche la sostanza fatta assumere dalla ragazza. Si tratta di una particolare medicina fatta pervenire dal loro paese di origine. Le perquisizioni eseguite nei confronti degli indagati hanno consentito di recuperare materiale a sostegno di questa ipotesi.
La giovane si trova al momento affidata ad una struttura protetta fuori provincia. Alla stessa, insieme al padre e alla zia, la procura di Lucca ha notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per il reato di calunnia. Al suo ex fidanzato, insieme ai suoi due amici, è stato invece notificato un analogo provvedimento per il reato di interruzione di gravidanza non consensuale, mentre è stata avanzata, dalla autorità giudiziaria, richiesta di archiviazione nei loro confronti per il reato di violenza sessuale.