
Nell’estate del 2015 la tragedia, a dicembre dello scorso anno la sentenza di condanna a seguito di una richiesta di patteggiamento, ora la Cassazione annulla tutto. La pena è da ricalcolare. Così hanno stabilito gli ermellini che hanno accolto il ricorso di Arianna Lazzareschi, imputata per omicidio colposo e lesioni che era stata condannata a un anno di reclusione e a 2 anni e 8 mesi di sospensione della patente di guida.
Clarissa Narciso Bolante, 27 anni, mamma di tre bimbi e dipendente di un locale di piazza Anfiteatro, era morta la sera del 2 giugno del 2015 sull’A11 poco prima dell’uscita Lucca Est mentre viaggiava su una Punto guidata dal suocero e che aveva a bordo il marito e due figli. A tamponare l’utilitaria con a bordo la famiglia filippina un’Audi A5 su cui viaggiavano Arianna Lazzareschi e Federico Lanza. La moglie del noto commerciante lucchese era alla guida del veicolo.
Dopo accurate indagini durate un anno e mezzo a dicembre dello scorso anno si era concluso al tribunale cittadino l’iter giudiziario per omicidio colposo e lesioni con un patteggiamento. Nel tragico incidente in cui Clarissa ha perso la vita avevano riportato ferite anche i figli della donna. Da tutte queste risultanze la condanna dell’imputata. Ma secondo la Cassazione i giudici non hanno tenuto conto della remissione della querela da parte delle parti offese, a seguito di riparazione del danno avvenuta prima del patteggiamento e della mancanza assoluta di motivazione in ordine alla durata della sanzione amministrativa accessoria, più vicina al massimo edittale e incoerente con l’entità della pena applicata.
“La sentenza deve, pertanto, essere annullata – scrive la Cassazione – con rinvio al Tribunale di Lucca per nuovo esame in punto di durata della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida. In tale rinnovato giudizio dovrà pure tenersi conto dell’intervenuta remissione di querela, ove non considerata nel calcolo della pena”.
v.b.