Clan Saetta, confermato il maxi sequestro di immobili

9 luglio 2018 | 10:50
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Clan Saetta, confermato il maxi sequestro di immobili

Definitivo il sequestro milionario dei beni alla presunta cosca capeggiata, secondo la Dda di Firenze, da Vincenzo Saetta. Così ha stabilito infatti la suprema Corte di Cassazione. Fra i beni confiscati ci sono 10 immobili a Napoli, 11 immobili di pregio a Lucca e in Versilia, 4 attività commerciali, 20 auto e 17 conti correnti per un valore stimato intorno ai 6 milioni di euro. Gli ermellini hanno disposto il dissequestro solo di alcune autovetture e una quota di una delle società, inizialmente finite nel mirino. L’imputato principale del procedimento è attualmente sotto processo in corte d’Appello a Firenze. La richiesta di confisca era stata avanzata dalla procura della Repubblica di Firenze, in particolare dalla Direzione distrettuale antimafia il 6 dicembre 2013.

Il tribunale di Lucca aveva emesso la prima condanna di Vincenzo Saetta negli anni Novanta alla pena di nove anni di reclusione, nonché la misura cautelare emessa nel 2006 nei suoi confronti per usura, estorsione e reati connessi cui era seguita condanna in appello del 28 gennaio 2016. In un altro processo per usura Saetta era stato definitivamente condannato per violazione di domicilio aggravata; infine, nell’ambito del processo per le accuse formulate dalla Dda, Saetta è stato condannato in primo grado alla pena di 16 anni di reclusione per usura, estorsione, esercizio abusivo di attività finanziaria, associazione per delinquere aggravata e reati attinenti alle armi. Benché l’imputazione di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso fosse stata derubricata in quella di partecipazione ad associazione per delinquere semplice, secondo i giudici i reati sarebbero stati commessi avvalendosi dell’appartenenza ad una “consorteria criminale” e mediante condotte “intimidatorie volte all’assoggettamento delle persone offese”. Il 14 febbraio 2013 il tribunale di Lucca aveva emesso nei confronti di Saetta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale; pochi giorni dopo Saetta era stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare per tentato omicidio commesso a Viareggio nell’ottobre 2011, reato per il quale era stato condannato in primo grado.
Saetta, a cui i giudici lucchesi inflissero 16 anni di carcere, fu riconosciuto colpevole di usura, estorsione e associazione a delinquere, ma il tribunale di Lucca fece cadere l’accusa legata alla presunta affiliazione alla camorra, ferma restando l’aggravante del metodo mafioso. Accusa che era ed è invece il perno dell’indagine dell’antimafia fiorentina. Il processo d’appello prosegue ma i beni della presunta cosca sono stati definitivamente confiscati dalla Cassazione, che ha respinto i ricorsi degli imputati e del loro presunto capo.

Vincenzo Brunelli