
Il cane della vicina le dava noia, così aveva deciso di eliminarlo, di ucciderlo: ora sarà processata per tentata uccisione di animale. Il 5 dicembre dovrà presentarsi in aula e difendersi dalle accuse degli inquirenti la signora lucchese che, per l’accusa, aveva confezionato una polpetta avvelenata per darla al Jack Russel Terrier della sua vicina che riteneva fastidioso per il suo abbaiare a tal punto da decidere di ammazzarlo. Per fortuna mentre stava dando da mangiare la polpetta avvelenata al cane è stata vista da alcuni testimoni che dopo aver notato la reazione del cane hanno chiamato i carabinieri.
Il cane stava stramazzando al suolo tra dolori atroci e guaiti e questo ha attirato l’attenzione di altri vicini di casa. Sul posto oltre ai carabinieri era intervenuto anche un veterinario che ha fornito le prime cure al povero cane per poi portarlo in ambulatorio riuscendo a salvargli la vita. La donna per avvelenare la carne che ha poi servito al cane, secondo quanto ricostruito dall’accusa, ha usato una sostanza che viene utilizzata comunemente per le piante la metaldeide che è un prodotto utilizzato come componente principale nei lumachicidi e si presenta tipicamente sotto forma di esche granulari azzurro-verdastre. Tali esche sono nocive sia nel caso vengano ingerite, sia tramite contatto con la pelle. L’avvelenamento da metaldeide è una situazione d’emergenza che richiede l’immediato ricovero in una struttura veterinaria. Ai fini prognostici, infatti, risulta fondamentale iniziare la terapia il più precocemente possibile. Il trattamento degli avvelenamenti da lumachicidi è sintomatico e non esiste alcun antidoto preciso. In base alle condizioni dell’animale e qualora l’ingestione fosse avvenuta entro un paio d’ore si può provocare il vomito e effettuare una lavanda gastrica. Quindi solo il tempestivo intervento de veterinario ha salvato la vita al Jack Russe. In autunno il processo.
v. b.