S. Alessandro come un orinatoio, sale la protesta

13 luglio 2018 | 11:48
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S. Alessandro come un orinatoio, sale la protesta

Ha già fatto diversi esposti al Comune fino a che questa mattina (13 luglio), dopo l’ennesima notte trascorsa in bianco, Riccardo Cesaretti ha sbottato e deciso di rendere pubblica la sua protesta. E così adesso, passando da piazza Sant’Alessandro, si noterà un cartello affisso vicino all’abside in cui campeggia questa scritta: “Questa chiesa è diventata il wc dei giovani movidaioli, delle nuove generazioni. Se questo è il mondo nuovo torniamo indietro, sarà un progresso”.

Residente nell’adiacente corte Pozzotorelli, dove prima di lui hanno abitato gli antenati di Giacomo Puccini, Cesaretti si dichiara indignato e sconsolato per la situazione che si presenta, puntuale, nei fine settimana e dopo i concerti del Summer Festival: “Questa piazza è utilizzata come bagno a cielo aperto. I ragazzi, dopo aver consumato alcolici nei troppi bar del centro storico, vengono qua a liberarsi delle loro impellenze fisiologiche. Ma non solo: sostano nella piazza – continua Cesaretti – di solito fino alle 3,30 di notte, disturbando con schiamazzi il riposo di chi lì risiede. Un degrado che mi ha portato a presentare numerosi esposti all’Urp, l’ultimo proprio stamattina, perché se esistono delle regole è necessario che la polizia municipale le faccia rispettare”. È un’analisi a tutto tondo, quella che il cittadino fa della situazione del centro storico: “Il commercio lucchese è sempre stato di eccellenza e non sono i locali notturni a qualificarlo. Invece la direzione verso la quale andiamo è questa: tanti bar e sempre più negozi storici in chiusura. I residenti si sono dimezzati in vent’anni, da quando la città ha iniziato a perdere la sua identità ed è divenuta luogo di grandi eventi che attraggono visitatori da ogni dove. Il turismo è importante – osserva Cesaretti – ma anche la residenza lo è, per tenere viva e sicura la città”. Le considerazioni del cittadino, quindi, si concentrano su piazza Sant’Alessandro: “Sarebbe bello se potesse essere liberata dalle auto ma sarebbe segnale di attenzione alla nostra storia se, per lo meno, fossero vietati i parcheggi fuori dagli stalli. Invece è possibile lasciare l’auto persino di fronte all’abside dell’anno Mille, perché non ostacola la viabilità. È quasi un affronto – continua – perché quella è la parte più antica della chiesa e conserva tre caratteristiche entrate alla cripta dove erano sepolti cittadini illustri della nostra storia comunale. Inoltre, alzando gli occhi, un po’ anneriti ma ancora visibili, ci sono i bassorilievi dei fiori rossi dei pellegrini, a indicare che Sant’Alessandro è stata, in passato, spazio di accoglienza e libertà universale. Vorrei – conclude – che il Comune disponesse misure speciali per questo luogo, dove peraltro sorse il primo nucleo abitato della città, occupato dai celti-liguri che verosimilmente la fondarono”.