
Era arrivato addirittura a denunciare i suoi medici di tentato omicidio, ma era tutto falso. Applicata misura cautelare per lo stalker dei medici che, negli anni, aveva subissato di denunce gli psichiatri dell’ospedale Versilia, con accuse di ogni genere e tipo. Ora il gip del tribunale di Lucca gli ha ordinato il divieto di avvicinamento al reparto medico del nosocomio di Lido di Camaiore.
Su richiesta del pm Mariotti il gip Aracri ha disposto la misura cautelare nei confronti dello stalker che per mesi ha presentato denunce ed esposti, prefigurando reati commessi ai suoi danni che andavano dai maltrattamenti al tentato omicidio. Accuse che si sono dimostrate tutte false e prive di qualsiasi fondamento. L’uomo è affetto da alcune patologie che lo rendono aggressivo e tutta la sua rabbia, nel tempo, l’ha sfogata contro i medici che volevano curarlo . Nonostante gli ammonimenti da parte della autorità continuava a perseguitare i medici del Versilia tanto da far temere per l’incolumità fisica delle sue vittime, tra cui lo stesso primario.
Ha molestato, secondo gli inquirenti, personale medico e paramedico dell’ospedale con minacce reiterate nel tempo. Circa 10 le sue vittime che nel suo delirio dovevano essere punite. Aveva presentato anche denunce nelle quali aveva inventato sequestri di persona e altri incredibili reati che non sono mai stati commessi. Visto il perdurare del suo comportamento, ritenuto, persecutorio i giudici hanno disposto il divieto di avvicinamento a meno di 100 metri e nel caso di ulteriori violazioni l’uomo rischia misure cautelare ben più coercitive, fino al carcere.
L’indagato ha una storia di disturbi e problemi mentali dal 2011, quando è iniziata la fase degenerativa della sua malattia. Nel 2012 nel corso di un convegno aveva aggredito anche un medico, procurandogli la frattura delle ossa nasali e una ferita da taglio, che aveva richiesto numerosi punti di sutura. Nel mese di gennaio il primario del Versilia, poi, aveva deciso di denunciarlo nuovamente per le continue minacce alla sua persona e all’intero staff dell’ospedale.
Ora il divieto di avvicinamento nella speranza che cessino le persecuzioni e i comportamenti aggressivi. E anche per curarsi dovrà rivolgersi ad altra struttura.
v.b.