


E’ stato incastrato dalle telecamere di videosorveglianza e da un’indagine certosina degli investigatori del commissariato di polizia di Viareggio l’autore delle scritte sui muri della città che la mattina del 29 giugno scorso, nel giorno della ricorrenza della strage, avevano provocato sdegno. Scritte omofobe e razziste di cui, per la polizia, sarebbe stato autore un viareggino incensurato di mezza età, sul cui conto comunque si continua a scavare. Soprattutto per capire se esistono eventuali legami con l’estremismo di destra.
Il raid compiuto nottetempo era avvenuto in quattro diverse zone della città dove erano comparse delle scritte offensive nei confronti di omosessuali, rumeni, persone di colore e di etnia rom.
In particolare, in via della Stazione Vecchia a Viareggio, sul muro di un immobile di Rfi era stata disegnata una svastica, e la scritta “Al rogo gay, rumeni, negri, rom”. Il vandalo razzista aveva proseguito in piazza della Stazione Vecchia, scrivendo sulla carrozzeria di un veicolo adibito all’asfaltatura delle strade, vi era la scritta “Rogo i gay”. In via Aurelia Sud, sul muro di un edificio, era comparsa la scritta, a fianco di una svastica, “Al rogo i gay e i negri”. Infine, in via Martiri di Belfiore a Viareggio, sul muro retrostante ad un supermercato, era comparsa la scritta “Al rogo rom, gay, zingari e negri”. “Avevo bevuto troppo e prendendo dei medicinali non mi sono reso conto di quello che facevo”, ha provato a giustificarsi l’uomo dopo aver confessato.
Il certosino lavoro degli investigatori della polizia che lo hanno incastrato è stato particolarmente incisivo, in quanto quelle scritte, in un giorno doloroso ed indimenticabile per Viareggio, aveva no sollevato indignazione politica, sociale offendendo e violando il rispetto per una data scolpita nel cuore della città di Viareggio.
Le scritte, da un primo sommario esame, sembravano avere la stessa mano. Un sospetto derivato dalle particolarità di alcune lettere: la G e la R avevano identiche e singolari caratteristiche.
Il giorno successivo al raid erano state presentate le denunce per le scritte comparse sui muri del supermercato. Gli uomini del Commissariato a quel punto hanno acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza laddove esistenti e le hanno passate al setaccio.
Questo lavoro ha permesso agli inquirenti di ricostruire la vicenda. Dalle telecamere, infatti, si vede attorno alla mezzanotte e venti del 29 giugno scorso giungere proveniente dalla direzione della Stazione ferroviaria, una piccola auto bianca dalla quale si vede scendere un uomo di grossa corporatura, vestito con una camicia bianca a maniche corte e con un paio di calzoncini corti, ad altezza ginocchio. L’uomo scende dall’auto, preleva qualcosa dal portabagagli e si dirige sul marciapiede adiacente al muro su cui sono comparse le scritte. La telecamera non inquadrava il muro ma, nei cinque minuti in cui l’uomo si intratteneva sul luogo, alcune volte faceva rientro alla sua auto proprio nel mentre transitavano delle auto. Per gli agenti un modo per nascondersi. Pochi secondi dopo le 00.25 il vandalo risaliva in macchina ripartendo nella stessa direzione da dove era giunto. Le immagini però non hanno consentito di rilevare la targa od altre particolarità dell’auto, se non che si trattasse certamente di un modello di piccole dimensione, tipo citycar.
Considerando dunque che l’auto poteva essere transitata dalla piazza adiacente la stazione ferroviaria, ovvero Piazza Dante, dove sono installate le telecamere del sistema di videosorveglianza del Comune di Viareggio, sono stati acquisiti i filmati registrati. Ed infatti, da tre telecamere che inquadrano il flusso delle auto in direzione sud, si nota transitare la stessa auto pochi secondi prima della mezzanotte e mezzo. Sarebbe certo, per l’accusa, che si tratti della medesima macchina perché, in un fotogramma, si vede la camicia bianca a maniche corte indossata dall’uomo.
Tramite ulteriori accertamenti effettuati in alcune concessionarie di auto, gli agenti sono poi arrivati a stabilire che tipo di auto fosse.
A questo punto, gli agenti hanno deciso di procedere contemporaneamente in più direzioni. Innanzitutto è stata fatta una richiesta alla direzione centrale della casa costruttrice richiedendo i dati di tutti quei modelli di colore bianco vendute nella provincia di Lucca. Nel contempo, la stessa richiesta è stata fatta all’ufficio dedicato della Motorizzazione Civile. In più, sono stati richiesti alle officine autorizzate della zona i dati delle autovetture di quel tipo poste in riparazione o controllo negli ultimi anni. Infine, considerato che era altamente probabile che l’autore del reato abitasse in zona, sono state fornite le descrizioni dell’auto e dell’autore delle scritte agli agenti impiegati nei servizi di pattugliamento. Ed è proprio grazie all’intuito di due di essi che, la mattina dello scorso 7 luglio, una pattuglia ha notato e, quindi fermato e controllato l’auto sospetta condotta da un viareggino incensurato di media età.
Tra l’altro al momento del controllo, era vestito alla stessa maniera, ovvero con una camicia bianca a maniche corte ed un paio di pantaloncini corti sino al ginocchio.
L’uomo è stato condotto a quel punto negli uffici del Commissariato dove gli sono state rivolte alcune domande su come avesse trascorso la serata precedente alla notte del 29 giugno. L’uomo, dopo una serie di giustificazioni, ha ammesso di essere lui l’autore delle scritte ed ha inteso rilasciare spontanee dichiarazioni. Ha giustificato il gesto dicendo che l’alcol bevuto alla cena a cui aveva partecipato la sera, unito ai farmaci, con ogni probabilità gli avevano tolto lucidità nelle azioni. E’ stato denunciato per danneggiamenti e istigazione all’odio razziale, mentre nel frattempo gli è stata attribuita una nuova scritta, dello stesso tenore delle altre, comparsa lo scorso 12 luglio in via Nicola Pisano a Viareggio.