“Atti osceni al parco”, Radouan racconta

25 luglio 2018 | 11:27
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“Atti osceni al parco”, Radouan racconta
“Atti osceni al parco”, Radouan racconta
“Atti osceni al parco”, Radouan racconta

Sembrava una mattinata come tutte le altre. La passeggiata sotto casa, la colazione al bar, il caldo di luglio. Ma durante il tragitto è successo qualcosa che senza dubbio farà molta fatica a dimenticare: una storia, quella raccontata da un giovane di Porcari, che fa rabbrividire. Radouan El Bouti, di origine marocchina, purtroppo noto alle cronache per il fratellino Younes che, come ricorderete, qualche anno fa ha perso la vita dopo essersi arrampicato sul vagone di un treno, ha raccontato di essersi recato qualche giorno fa, intorno alle 9,30, al bar a fare colazione, come d’abitudine, passando come al solito dal parco giochi che si trova di fronte al municipio. Tanti bambini che giocavano godendosi le vacanze estive, tante mamme, tanti nonni indaffarati a raccontarsi l’ultima del paese. Tutto tranquillo, tutto apparentemente normale. Tra loro, però, anche, un giovane di circa 35 anni, conosciuto in paese.

Guardava i bambini giocare appoggiato ad un albero, proprio a due passi dalla strada. A Radouan è saltato subito all’occhio: ha continuato a fissarlo per un po’ mentre andava al bar, insospettito, poi il gesto. Prima uno sguardo verso i bambini, poi, con una mano, si è slacciato i pantaloni. In pieno giorno, in pieno centro, a due passi dalla gente e dalle macchine. E quando Radouan ha visto che il ragazzo ha cominciato a masturbarsi non ci ha più visto, è corso da lui, saltando la siepe, sferrandogli un sonoro schiaffo.
“Che fai? – gli ha detto – ma sei scemo? non ti vergogni?’’. La scena è stata notata dai genitori, molti dei quali molto probabilmente non si erano ancora resi conto di quello che stava accadendo. E’ successo tutto in pochi secondi.
“Accanto a lui c’era un signore – racconta Radouan – dopo aver dato lo schiaffo al ragazzo mi sono voltato verso di lui e gli ho chiesto ‘Ma non lo hai visto? Non gli hai detto nulla?’ ma il signore si è allontanato a testa bassa senza dire una parola. Molto probabilmente aveva visto tutto ma non voleva parlare”.
“Adesso vado a prendere il caffè – ha detto Radouan al giovane – se quando torno sei ancora qui finisci sotto terra”.
“Mi hanno sentito tutti”, ha detto il ragazzo che da tempo fa il volontario alla Misericordia di Lucca. “Forse hanno anche avvertito le Forze dell’ordine ma non saprei proprio, erano tutti molto spaventati e increduli”. E il giovane, quando Radouan è tornato al parco, come c’era da aspettarsi non c’era più davvero. Alcune mamme, ancora impaurite, si sono avvicinate al loro nuovo eroe per ringraziarlo. Alcune hanno ammesso di aver notato il giovane ma di aver avuto troppa paura per dirgli qualcosa. Da sole con un bimbo piccolo, se avesse reagito male come facevano?.
“Lui è scappato perché sa bene che non scherzavo – ha raccontato ancora – Mi sono limitato a dargli uno schiaffo perché c’erano i bambini, non volevo che si spaventassero. Davanti ai bimbi non bisognerebbe mai fare gesti simili. Ma, lo ammetto, se fossimo stati soli c’era da chiamare l’ambulanza. Io queste cose non le sopporto. Non ho figli e purtroppo nemmeno più fratellini, ma queste persone mi fanno schifo. Che vadano a guardare i grandi, non i bambini”.
Radouan dopo la scena ha ammesso di essersi appostato al parco per paura che tornasse: “Purtroppo – ha detto – quel ragazzo non è il solo: suo fratello è già noto per aver fatto cose simili e, come mi hanno raccontato alcune persone, pare che da queste parti si aggiri anche un uomo anziano che dice di voler regalare soldi ai ragazzini. Immagino, purtroppo, per quale motivo”.
Dell’episodio non c’è, al momento, alcuna denuncia alle forze dell’ordine. Ma ad attivarsi è stato il Comune di Porcari. “In merito al grave fatto che sarebbe accaduto in piazza Felice Orsi ak parco giochi alcuni giorni fa – dice il sindaco Fornaciari – comunico che, in seguito alla notizia apparsa sulla stampa, i carabinieri, non avendo ricevuto denunce, hanno aperto comunque le indagini. È importante collocare il fatto nel tempo ovvero individuare giorno e orario al fine di poter poi procedere all’individuazione della persona. Chiedo di dare una mano alle forze dell’ordine con le quali ho condiviso il presente messaggio e quindi invito chi era presente ed ha assistito ai fatti a presentarsi alla caserma dei Carabinieri di Capannori. Stiamo parlando di situazioni e reati gravi e pertanto non servono i “sentito dire” ma persone che rendano testimonianze circostanziate e affidabili”.

Giulia Prete