
Un vecchio adagio recita che chi presta soldi ad un amico perde l’amico e il denaro, ed è più o meno quello che è successo ad una coppia residente in città che aveva deciso di tendere una mano ad una cara amica di famiglia. Ma da quel prestito è venuta fuori addirittura una condanna penale. Troppo insistenti, per i giudici della Cassazione, le richieste di riavere indietro il prestito.
I fatti. La coppia aveva deciso di prestare 8.500 euro alla donna che conoscono e frequentano da anni per l’avvio di una piccola attività commerciale in città. La promessa era di restituire i soldi appena possibile. Questo almeno quello che è venuto fuori dall’inchiesta.
Ma avviata l’attività la donna avrebbe iniziato a fare orecchie da mercante alle richieste di restituzione del denaro che, per fortuna della coppia, era stato dato tramite assegno bancario, quindi rintracciabile, altrimenti i due avrebbero rischiato addirittura una imputazione per tentata estorsione. Ad ogni modo nonostante l’attività commerciale fosse stata avviata e avesse iniziato a fruttare i primi introiti la donna non ne voleva sapere di restituire il denaro. A quel punto le insistenze della coppia sono diventate sempre più asfissianti e la donna dopo alcuni episodi ha deciso di denunciare i suoi due ‘benefattori’ alle autorità giudiziarie. Dall’iter processuale è scaturita la condanna per la coppia per il tentativo di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per gli effetti dell’articolo 393 del codice penale che prevede pene e multe per chi si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo usando violenza o minaccia alle persone. Condanna che era stata comminata alla coppia dal tribunale di Lucca, in sede di abbreviato, e che ora è stata confermata anche dalla corte di Cassazione. E non solo. Il ricorso è stato infatti dichiarato inammissibile dagli ermellini e quindi è scattata anche la condanna alle spese processuali per 2mila euro e rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio dalla parte civile per 2.450 euro. Per il recupero di crediti bisogna sempre rivolgersi al Tribunale della propria città e mai agire autonomamente. Si risparmia tra l’altro e si evitano brutte sorprese.
Vincenzo Brunelli