Intascava i soldi, promoter nei guai

29 agosto 2018 | 10:28
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Intascava i soldi, promoter nei guai

Procacciatore d’affari nei guai. Licenziato dall’azienda ora è indagato per appropriazione indebita. Una nota azienda che opera nel settore delle forniture alimentari per bar, mense e ristoranti alcuni anni fa aveva assunto l’indagato, residente a Pietrasanta, per vendere i propri prodotti. L’uomo aveva fatto carriera all’interno dell’azienda ed era diventato in poco tempo il responsabile per l’intera provincia di Lucca del ramo vendita. Ma poi due anni fa l’inizio della fine, il declino, per motivi ancora da comprendere. Nel 2016 a fine anno la società per cui lavorava gli comunica che mancano, a fronte delle fatture già emesse nei dodici mesi, circa 6mila euro di contanti incassati ma vai versati.

Ne viene fuori una delicata e complessa trattativa interna tra la società e il procacciatore d’affari che si conclude con l’ammissione dell’ammanco da parte dell’indagato che adduce motivi personali per i gesti compiuti e difficoltà economiche familiari per alcuni debiti contratti per svariati motivi. L’azienda decide di soprassedere, lo riammette in servizio con la promessa da parte del lavoratore di restituire i soldi presi a rate. La società “perdona” quindi il suo impiegato nella speranza che si rimetta in riga. Ma niente da fare. Lo scorso anno l’uomo ci ricasca e a dicembre del 2017 dopo che l’azienda aveva accertato un ennesimo ammanco di denaro, circa 4mila euro, decide di interrompere il rapporto di lavoro e di licenziare il lavoratore. Stavolta la richiesta di restituzione del denaro mancante è perentoria. La ditta infatti subisce un danno finanziario doppio perché sulle fatture emesse ha comunque dovuto versare le imposte all’erario. In azienda si decide di inviare un ultimatum all’ex lavoratore: restituzione immediata delle somme trattenute illecitamente per evitare una denuncia penale. L’uomo a quel punto sparisce e l’azienda non riesce più a mettersi in contatto con lui in nessun modo. Questa la ricostruzione della prima fase dell’inchiesta ad opera dei carabinieri. Inevitabile quindi la denuncia alle autorità giudiziarie per appropriazione indebita. Investigatori e inquirenti hanno quindi avviato le indagini e ascoltato già i primi testimoni che avrebbero confermato il racconto dell’azienda. Altre attività investigative sono in corso per comprendere meglio tutti i contorni della vicenda.

Vincenzo Brunelli