Truffe e turbativa d’asta, guai per azienda

29 agosto 2018 | 13:02
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Truffe e turbativa d’asta, guai per azienda

Turbativa d’asta e truffa ai danni dello Stato: queste le accuse che hanno portato il gip di Livorno a emettere due ordinanze di misura cautelare ai domiciliari con braccialetto elettronico e una terza misura interdittiva (divieto di esercitare qualsiasi ufficio direttivo e di rappresentanza, anche commerciale, di persone giuridiche e imprese, per un anno).
Le ordinanze cautelari sono state emesse nei confronti dell’ex coordinatore della Protezione civile del Comune di Livorno Riccardo Stefanini, e dell’imprenditore Emanuele Fiaschi, titolare della Tecnospurghi. La terza misura è invece a a carico di Nicoletta Frugoli, rappresentante commerciale della società ‘ComunicaItalia’ di Roma che ha una sede operativa a Viareggio e che ha realizzato l’Alert system di protezione civile per varie amministrazioni locali, tra cui quella del Comune di Lucca.

Le indagini dell’inchiesta avrebbero preso le mosse proprio dalla tragica alluvione del 10 settembre 2017 a Livorno. Secondo quanto è emerso lo stesso Stefanini, preposto alle gare d’appalto avrebbe pilotato le procedure di due gare d’appalto: per questo l’accusa di turbativa d’asta in concorso con Emanuele Fiaschi, titolare della ditta livornese Tecnospurghi per la gara ‘Multiservizi’, e in concorso con Nicoletta Frugoli rappresentante di Comunicaitalia Srl, per la gara sull”Alert system.
Si tratta di appalti sotto soglia, cioè tutti sotto i 41mila euro. Nel primo caso, un appalto da 35 mila euro, secondo la polizia Stefanini avrebbe favorito Fiaschi facendo di tutto per scoraggiare un altro imprenditore a partecipare alla gara per la fornitura alla protezione civile di mezzi spargisale. Nel secondo, un appalto da 23 mila euro, sempre Stefanini si sarebbe accordato con Frugoli, attraverso uno scambio di mail, sui criteri di scelta per far vincere il bando prima che venisse emesso. Bando che è stato redatto poi con criteri talmente stringenti che alla gara non si era presentato nessun altro.
“Sono finita in un tritacarne, lavoro seriamente. Sia io che l’azienda non facciamo queste cose: non ho niente da nascondere. E’ un fulmine a ciel sereno”. Lo ha detto Nicoletta Frugoli, rappresentante commerciale della società Comunicaitalia, che oggi ha ricevuto una misura interdittiva nell’ambito dell’indagine della procura di Livorno che, dicono in una nota, “riguarda sostanzialmente altri soggetti e ha altri obiettivi”.
“Desideriamo sottolineare che la stessa ordinanza della procura, di natura puramente cautelativa, dichiara che la esistenza dei presupposti di un reato da parte della signora Frugoli è ancora da accertare”. “Per parte nostra – prosegue la nota della società che ha una sede operativa a Viareggio  – sappiamo per certo che tali presupposti non esistono nella realtà fattuale, e che la procura lo confermerà dopo avere completato le indagini”. “Comunicaitalia rivendica una tradizione di correttezza e trasparenza assoluta nei confronti delle pubbliche amministrazioni, tale per cui non ha alcun timore di alcun accertamento da parte di chiunque. Di più: invita formalmente tutti gli organi di informazione presso la sua sede, della quale sono aperte porte e finestre, per consentire loro di verificare direttamente con quale personale e con quali modalità opera”, conclude l’azienda.