
Per circa due anni, secondo gli inquirenti, sarebbero riusciti a frodare l’Enel pagando bollette inferiori al dovuto. Ora per i quattro amministratori, e legali rappresentanti di una società, è stato disposto il rinvio a giudizio per il prossimo mese di gennaio.
I quattro imputati avranno modo di difendersi in aula dalle accuse che gli muovono i giudici lucchesi. La frode sempre stando al resoconto degli investigatori sarebbe stata messa in atto tramite un generatore di virus e un magnete. In tal modo i due locali, uno a Lucca e uno in Versilia, avrebbero risparmiato sulle bollette della fornitura elettrica perché per l’accusa queste azioni sarebbero riuscite a ingannare i contatori provocando una sotto misurazione rispetto al consumo effettivo. L’Enel si sarebbe accorta della frode denunciando alle forze dell’ordine l’accaduto.
A seguito di indagini sarebbero stati ritrovati sia il magnete sia il generatore di virus nei due esercizi commerciali. Si è quindi arrivati all’inchiesta e poi al rinvio a giudizio per i quattro amministratori della società che gestisce i locali. A gennaio il processo per furto aggravato.
Il furto di energia elettrica, infatti, da alcuni anni ormai è punito quale furto comune; per la precisione costituisce una forma aggravata di furto.
v.b.