
Ex Officine Lazzi, il Comune respinge in blocco tutte le accuse. È Palazzo Orsetti a rispondere alle accuse lanciate dal Movimento 5 stelle in merito alla situazione dell’immobile delle ex officine delle autolinee Lazzi a Sant’Anna. L’area, infatti, venerdì (21 settembre) è stata oggetto di un sopralluogo da parte di diversi esponenti regionali e nazionali del Movimento 5 stelle su segnalazione dell’attuale proprietario dell’immobile (leggi). Da questo sopralluogo è partito poi un esposto alla procura. All’origine dell’esposto ci sarebbe la presunta mancata bonifica dell’area con conseguenti rischi di contaminazione delle falde acquifere presenti nelle vicinanze. La replica non si è fatta attendere: il Comune ha specificato che i lavori sono già terminati per quanto riguarda la componente terra, mentre per quanto riguarda quella dell’acqua l’azienda che si sta occupando della bonifica ha richiesto una legittima modifica del piano iniziale dei lavori, richiesta che è tuttora al vaglio degli enti preposti (Arpat e Regione). Secondo i rilievi fatti dall’ente di ricerca regionale comunque non risulterebbero pericoli di contaminazione.
A seguito delle indagini svolte dalla polizia infatti era emerso che l’area era “contaminata da un gravissimo livello d’inquinamento da idrocarburi, trielina e metalli pesanti per valori talora migliaia di volte superiori ai limiti di legge”. I lavori che, secondo i grillini, si sarebbero dovuti concludere nel 2017, ancora non sono terminati.
“Con l’individuazione, nel 2013, da parte della Provincia di Lucca del soggetto responsabile della contaminazione dell’area, la ditta di autolinee Fratelli Lazzi – spiega in una nota l’amministrazione – il Comune di Lucca ha approvato un piano di indagini integrative per la caratterizzazione del sito, indagini che in sostanza servono a capire quali sono le caratteristiche dell’inquinamento e come si diffonde che era già stato caratterizzato in parte dal soggetto proprietario dell’area, la Guingi Srl. I lavori di bonifica sono comunque proseguiti nel tempo nonostante i ricorsi al Tar delle parti e attualmente sono in corso solo i lavori di bonifica delle acque di falda, in quanto la Regione ha certificato l’avvenuta bonifica della matrice terreno”.
“Invece – prosegue il Comune – per ciò che attiene le attività di bonifica delle acque sotterranee, bonifiche che sono in gran parte effettuate in remoto vale a dire senza la presenza in loco di persone, a fine luglio 2018 la ditta che effettua i lavori di bonifica per conto della Lazzi ha richiesto una variante, come previsto nell’elaborato progettuale approvato a suo tempo dagli enti, per continuare nelle attività di bonifica delle acque di falda. Ad oggi questa richiesta è al vaglio degli enti (Arpat e Regione) per il parere di competenza”.
“In merito al timore per i pozzi dell’acquedotto – conclude l’amministrazione – Arpat ha svolto più di una campagna di controllo e nell’ultima nota a riguardo ha comunicato la ripetizione delle analisi sulle acque sotterranee, interne ed esterne al sito contaminato e che ‘l’inquinamento rilevato nel sito non dà, allo stato attuale, un apporto significativo alla diffusione verso valle della potenziale contaminazione, così come non risulta influenzato da contributi provenienti da monte, confermando quindi quanto emerso con il precedente controllo del maggio 2012′”.
L’amministrazione, infine, ha respinto anche l’accusa lanciata dai grillini di aver lasciato scadere la fideiussione bancaria rilasciata dall’azienda a garanzia della conclusione dei lavori, spiegando di aver denunciato la cosa nelle sedi preposte.