“Paga o divulghiamo i tuoi dati”, nuova truffa online

24 settembre 2018 | 08:29
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“Paga o divulghiamo i tuoi dati”, nuova truffa online

Le truffe o i tentativi di truffa on line sono ormai una realtà quotidiana con la quale fare i conti così come sono in aumento i cyber crimini per ovvi motivi legati all’uso della rete divenuta quasi indispensabile. “Trecento dollari in bitcoin o divulgheremo i tuoi dati”, questa l’ultima invenzione dei signori della truffa on line, solo in ordine di tempo, che è rappresentata da una mail abbastanza inquietante, non solo per i contenuti, ma soprattutto perchè arriva da “te stesso”.

Una mail spedita “da te” “a te”, cioè dal proprio account di posta elettronica al medesimo indirizzo. Ovviamente solo in maniera formale, si tratta di un inganno telematico. La mail recita testualmente: “Siamo un gruppo internazionale di hacker che come vedi ha violato il tuo account di posta elettronica. Ti abbiamo anche installato un virus sul tuo computer mentre visitavi i siti porno, e quindi ti abbiamo filmato con la webcam e siamo entrati in possesso di tuoi dati personali e di navigazione. Se non paghi 300$ in bitcoin divulgheremo i tuoi dati, le tue foto imbarazzanti e la lista dei siti che visiti a tutti i tuoi amici e parenti. la prossima volta fai più attenzione a quali siti internet visiti”. Una suggestione molto forte che ha indotto migliaia di persone in questi giorni a rivolgersi alla polizia postale. In realtà nulla di quello che è scritto nella mail è reale. “Rappresenta un’invenzione dell’autore del reato – spiegano dalla Polizia – elaborata al solo scopo di gettarci nel panico ed indurci illecitamente a pagare la somma. utilizzano dei software in grado di modificare a piacimento l’indirizzo di posta elettronica mittente, ed impostandolo uguale a quello del destinatario lo inducono a pensare che il suo account è stato violato”. Nervi saldi, dunque, e sangue freddo, un buon antivirus sempre installato aggiornato e funzionante, e soprattutto non pagare assolutamente alcun riscatto. Cestinare la mail e segnalare alla polizia postale della propria città la ricezione. Questi i consigli delle forze dell’ordine.

Vincenzo Brunelli