
Chiesto il processo per la donna che a maggio scorso ha tentato di rapinare la farmacia Tutino sulla via Nuova per Pisa a Santa Maria del Giudice. Sulle prime la donna era entrata in farmacia fingendosi una cliente e chiedendo un medicinale. Quando però una delle due farmaciste presenti si era allontanata, la malvivente solitaria aveva tirato fuori un cacciavite dalla borsetta e in perfetto italiano, e con tono perentorio, aveva chiesto i soldi presenti in cassa in quel momento.
Nulla a che fare con le sembianze di donna dall’aspetto abbastanza educato e dal portamento ineccepibile di pochi minuti prima. La reazione dall’altra parte del bancone, però, l’aveva indispettita: la dipendente infatti aveva afferrato la donna da un braccio nel tentativo di toglierle l’arnese e rimanendo ferita ad una mano. Fortunatamente la dipendente colpita con il cacciavite non era rimasta ferita in modo grave. Solo tanto spavento. Con la rapinatrice ha avuto una colluttazione, quando l’ha vista avvicinare al registratore di cassa per rubare l’incasso. La coraggiosa dipendente ha difeso il denaro con il corpo, ma la rapinatrice è passata alle mani. E pensare che poco prima era sembrata una tranquilla signora come tante, certo forse un po’ eccentrica. Dopo la tentata rapina in farmacia era tornata a casa con la sua stessa auto, che carabinieri e polizia cercavano ormai in lungo e in largo. Era parcheggiata di fronte all’appartamento dove M. G. G., 65 anni, lucchese, secondo gli inquirenti, si era appena cambiata d’abito quando le volanti della questura hanno bussato alla porta senza troppi convenevoli. “Che volete da me? Io non ho fatto niente”, si era difesa. Nell’armadio però gli investigatori, al termine di un’operazione congiunta con l’arma dei carabinieri, avevano trovato la maglietta e la borsa utilizzati, qualche ora prima per tentare di rubare l’incasso alla farmacia Tutino. Il 12 dicembre prossimo l’udienza davanti al gup del Tribunale cittadino.
Vincenzo Brunelli