Meccanico freddato in casa, fermato un amico

12 novembre 2018 | 20:08
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Meccanico freddato in casa, fermato un amico
Meccanico freddato in casa, fermato un amico
Meccanico freddato in casa, fermato un amico

Il killer è un amico, un giovane anche lui di 27 anni, di Chiesina Uzzanese. Due vite vicine e legate, una, quella di Giuseppe Marchesano, spezzata con sei colpi di pistoia, l’altra potrebbe comunque essere segnata a lungo da quel terribile delitto che si è consumato sabato sera a Casteldelbosco, nel comune di Montopoli Val d’Arno in provincia di Pisa, dove il giovane meccanico, originario di San Miniato, è stato trovato morto sul divano di casa (Articolo e foto).

Oggi a meno di 48 ore dalla scoperta del cadavere, un coetaneo della vittima è stato fermato, Danny Scotto. A mettere gli inquirenti sulle tracce del giovane sarebbe stata la madre di Giuseppe che vive ad Altopascio.
Nella casa dell’uomo, da ore in caserma, i carabinieri hanno trovato una pistola acquistata di recente, una 357 Magnum. E’ ancora da accertare, però, se sia la stessa usata per uccidere Giuseppe Marchesano con 6 colpi, tutti andati a centro. L’uomo che i carabinieri hanno sentito nelle stanze del comando provinciale di Pisa (Omicidio a Casteldelbosco, un uomo in caserma. Per oltre cinque ore è stato interrogato ma inizialmente non ha collaborato con gli inquirenti. Sotto torchio tanto a lungo, sarebbe, secondo gli inquirenti, caduto in contraddizione su alcuni aspetti che sono al vaglio.
Il ragazzo, 27 anni che vive a Chiesina Uzzanese, è stato messo in stato di fermo. Lui e la vittima erano amici anche se nell’ultimo anno si stavano frequentando meno. Secondo gli inquirenti, venerdì avrebbe fatto una visita a sorpresa a Giuseppe. Ai carabinieri lui ha detto di non essere mai uscito di casa quel giorno, ma alcune telecamere 
Poco prima delle 17 di oggi 12 novembre, al comando provinciale erano arrivati anche il procuratore Alessandro Crini e il sostituto titolare delle indagini Sisto Restuccia accompagnati dal comandante provinciale dei carabinieri Nicola Bellafante. Poi il giovane è stato sottoposto a lungo a interrogatorio e dichiarato in stato di fermo per il delitto.
Stando a quanto finora ipotizzato dagli inquirenti la morte di Giuseppe risalirebbe alla serata di venerdì (9 novembre) ma il cadavere è stato scoperto sabato sera dagli amici che erano andati a casa a cercarlo perché non rispondeva al telefono. La scoperta fatta dai carabinieri è stata terribile: il corpo del giovane operaio meccanico era riverso sul divano ormai privo di vita. Il killer gli aveva sparato contro 6 colpi, 4 dei quali alla testa. Un’esecuzione. Dopo l’omicidio, si era allontanato lasciando la casa in ordine: nessun segno di effrazione. Giuseppe aveva aperto alla porta di casa, perché si era trovato davanti, ritengono gli inquirenti, l’amico. A casa del 27enne accusato di omicidio volontario e in serata condotto da una gazela dei carabinieri al don Bosco i militari hanno trovato una pistola acquistata di recente, che potrebbe essere compatibile con quella utilizzata per il delitto.