
Era stato offeso dall’autista del bus con insulti razzisti. Ora la scuola dello studente si stringe intorno al giovane esprimendo solidarietà e stigmatizzando episodi “discriminatori” come quello accaduto a Lucca, in piazzale Verdi, alcune settimane fa. “Quel ragazzo – scrive il collegio dei docenti dell’Isi Machiavelli di Lucca – è un alunno del nostro istituto, un ragazzo educato e studioso, che, come tutti i ragazzi non può e non deve essere oggetto di discriminazione”.
“La scuola – proseguono gli insegnanti – è il luogo dove accoglienza ed integrazione, rispetto e condivisione, istruzione e formazione sono le parole chiave per la crescita di ogni cittadino. Il signore che ha pronunciato frasi deliranti, sulla base di una presunta diversità di origine, si è reso protagonista, di fronte a tutta la comunità cittadina, di comportamenti inaccettabili e non merita certamente di esser nominato ma di essere additato come esempio negativo e deleterio di fronte a tutti. Il Collegio docenti del nostro istituto si è espresso unanimemente a sostegno del ragazzo, poche ma sentite parole con le quali i docenti e tutto il personale della scuola intende testimoniare i valori espressi chiaramente nella Costituzione e gli obiettivi che la scuola persegue come baluardo di democrazia. Siamo consapevoli che queste righe possano apparire anacronistiche in un contesto culturale che risente di innumerevoli azioni degradanti e decadenti ma altrettanto fermi nella convinzione che solo l’educazione l’istruzione e la formazione siano lo strumento da privilegiare per una crescita sana e robusta della nostra comunità. Caro ragazzo, caro alunno, caro cittadino, siamo tutti insieme ad esprimere la nostra più profonda e convinta solidarietà per il fatto che ti ha visto oggetto di ignobile vessazione di stampo razzista – scrive ancora il collegio dei docenti -. La scuola, l’istituzione, il personale docente e non docente sono al tuo fianco, senza se e senza ma, ribadendo il valore assoluto della dignit‡ di essere a prescindere dalla provenienza geografica, dal colore della pelle, dall’appartenenza a qualsiasi confessione religiosa. Auspichiamo per te, anzitutto, ed anche per noi che questo clima di degrado culturale finisca quanto prima per lasciare spazio alla condivisione, al dialogo, al rispetto cosÏ come sancito dalla nostra carta costituzionale. Il nostro è, al di là delle parole, un abbraccio collettivo”.